Il prezzo di avere una voce

L’unica politica che ho sperimentato da bambina siriana è stata la lealtà a qualcuno. L’unica voce consentita era la voce del dittatore.

Ma forse il silenzio era cominciato anche prima. Forse era cominciato con la paura e l’obbedienza instillate in ogni famiglia siriana. Forse questa era la nostra eredità.

Gola profonda contro l’organo di vigilanza: le macchinazioni politiche sull’uso delle armi chimiche in Siria

Un Comitato “particolare” composto di persone con un debole (o stretti legami) con il regime siriano o con RT, l’organo di Stato della Russia in lingua inglese, e l’audizione di una gola profonda anonima, possibilmente con recriminazioni del tutto personali contro l’OPCW, sono alcuni degli ingredienti di una nuova “riesame” dell’attacco chimico a Douma che ha tutto il sapore di una campagna mediatica a sostegno del regime, e non una ricerca della verità.

Il “turismo” siriano prende esempio dal Manuale di Hasbara

Per andare a Damasco e in altre aree controllato dal regime, festeggiare nei shisha bar, prendere il sole nelle spiagge, acquistare dei souvenir nei souk e visitare i siti, anche fingendo di essere “indipendenti”, mentre in realtà inviati da RT, o in una missione di accertamento di fatti, ottenendo solo i fatti che il regime vuole che si ottiene, con il comportamento dei lealisti che fanno l’autocensura, richiederebbe un certo tipo patologico di sconnessione dalla realtà, un severo deficit etico.

Ad Homs, “riabbracciando la patria”

Qui, la verità spesso si confonde con il mondo della sconfitta, dell’ipocrisia, del sale versato sulle ferite e delle enormi perdite in vite umane, rendendo le persone sia vive che morte, prive della bussola con cui pensavamo di navigare quando tutto era chiaro.