E-mail e comprensione del testo: l’OPCW omette dei fatti cruciali riguardo alla copertura degli eventi di  Douma

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chlorine bomb 1

Introduzione da Lorenzo Declich
Se c’è una cosa su cui è necessario riflettere quando si affronta il tema della Siria è il dualismo esistente fra fatti e racconto dei fatti. Invariabilmente, a partire dal marzo 2011, data in cui ha inizio la rivoluzione pacifica, la Siria è stata raccontata dai sostenitori del regime di Bashar al-Asad attraverso la lente della cospirazione e del complotto. I momenti più elaborati di questa narrazione si sono registrati a partire dall’agosto 2013, quando il regime scaricò sulla Ghouta – l’oasi sul bordo della quale nasce Damasco e che diventa negli ultimi decenni una grande periferia urbana – diversi ordigni al sarin, un agente chimico, che provocò la morte di almeno un migliaio di civili inermi. La cospirazione – articolata poi in decine di modi diversi, spesso contraddittori fra loro – si impernea su un parallelo storico abusivo e, come vedremo, errato: l’Occidente – e in special modo l’America – vuole costruire un casus belli per invadere la Siria così come, all’indomani dell’11 settembre 2001, si costruì il casus belli contro Saddam Hussein, che determinò l’invasione dell’Iraq e la sua distruzione (oltre all’installazione di una vera e propria guerra a bassa intensità che provocò, fra le altre cose, la nascita di al-Qaeda in Iraq, poi Stato islamico di Iraq, poi Stato islamico di Iraq e Levante, poi Stato islamico).
C’è una fatto, di cui questi sostenitori non parlano mai: mentre le armi chimiche in Iraq non furono mai trovate, neanche dopo l’invasione – e furono cercate con pervicacia – in Siria le armi chimiche, all’indomani del massacro della Ghouta furono consegnate dal regime all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, previo accordo fra Obama e Putin. Asad aveva il sarin, Hussein – a quanto sappiamo – non l’aveva o meglio: non l’aveva in quegli anni perché che ne avesse è lo avesse usato fra il 1986 e il 1988 contro curdi e assiri è un fatto storico certo (si veda https://t.co/31FbINiM5b).
Non è chiaro se Asad abbia usato il sarin dopo la “consegna” di cui sopra, è chiaro invece che si sia servito di altri agenti chimici in decine e decine di attacchi (per maggiori approfondimenti potete utilizzare i link presenti negli articoli che qui pubblichiamo, t). Come leggerete passando attraverso i quattro articoli di questa serie, sulla vicenda dell’attacco chimico a Douma (sobborghi di Damasco) il 7 aprile 2018, quel “racconto” è ancora vivo e vegeto e non smette di essere riproposto in “salse” diverse da parte di individui o gruppi più o meno vicini al regime di Asad. Lo scopo principale è propagandistico: per questi soggetti è più importante mantenere vivo il teorema che non accreditarsi come fonte autorevole, o passare per stupidi. Nel caso di Douma il “soggetto” è la Courage foundation, un’entità che si spaccia per autorevole ma – come leggerete – è piena zeppa di sostenitori del regime di Bashar al-Asad. Daniele Raineri, in un pezzo uscito lo scorso 27 settembre sul Foglio (https://t.co/DWE8aEagdP), sottolinea proprio questo punto citando uno studio dello Stanford Internet Observatory (https://t.co/9Mj4ol9dpk) “su come funzionano le operazioni dei servizi segreti militari russi (GRU) per spargere disinformazione”. Il target della disinformazione è, primariamente, la stampa mainstream: i social media vengono di conseguenza. Se si riesce a pubblicare propaganda sui grandi media l’operazione di disinformazione avrà un chiaro successo. Il lavoro del SIO si concentra sul modo con cui singoli individui e think tanks cercano di accreditarsi dandosi autorevolezza. Stavolta in Italia il target era Repubblica: l’obiettivo è stato raggiunto.

Buona lettura

FFM (1)

E-mail e comprensione del testo: l’OPCW omette dei fatti cruciali riguardo alla copertura degli eventi di  Douma

Scritto dal “Bellingcat Investigation Team”, tradotto da Giovanna De Luca
Originale qui con gli originali screenshots delle parti della lettera che abbiamo tradotto in italiano

Durante il fine settimana, WikiLeaks ha reso pubblica un’e-mail di un dipendente all’interno della Fact-Finding Mission (FFM) dell’OPCW indicando che l’OPCW “travisa i fatti che lui e i suoi colleghi hanno scoperto sul campo”. Da allora questa e-mail è stata usata per rimettere in discussione l’imparzialità e l’efficacia delle conclusioni dell’OPCW sul presunto attacco di armi chimiche a Douma, in Siria.

Tuttavia, un confronto tra i punti sollevati nella lettera e il rapporto finale su Douma dimostra  che l’OPCW non solo ha affrontato questi punti, ma ha anche cambiato la conclusione di un rapporto precedente per riflettere le preoccupazioni del suddetto dipendente.

Quale rapporto?

Insolitamente, nel caso dell’attacco di Douma, l’OPCW ha pubblicato due rapporti. Il primo era un rapporto intermedio di 26 pagine pubblicato il 6 luglio 2018. Il secondo era un rapporto finale di 106 pagine, pubblicato il 1 marzo 2019.

La lettera rilasciata da Wikileaks, datata 22 giugno 2018, solleva preoccupazioni per un “rapporto con omissis”. I punti sollevati nella lettera non sono chiaramente presenti nella relazione intermedia; tuttavia, sono presenti, seppure sono in forma modificata, nel rapporto finale. Pertanto, sembra che il cosiddetto “rapporto con omissis” abbia fornito una base o una bozza iniziale per il rapporto finale.

Punti sollevati dalla lettera

Punto 1

Ciò che è stato affermato nel paragrafo 8.3 nelle conclusioni finali e cioé che “Il team ha elementi sufficienti in questo momento per determinare che il cloro, o altre sostanze chimiche reattive contenenti cloro, vennero probabilmente rilasciate dai cilindri” è altamente fuorviante e non supportata dai fatti.

Questa affermazione presente nella lettera non è presente nel rapporto finale. Il paragrafo che corrisponde più da vicino al rapporto finale è il paragrafo 2.16, in cui si afferma che “è possibile che i cilindri fossero la fonte delle sostanze contenenti cloro reattivo”.

Basandosi sulle analisi dei campioni prelevati dall’FFM dai cilindri, la loro prossimitá ad entrambe i luoghi, cosi come i risultati delle analisi dei campioni menzionati nel paragrafo 2.6, é possibile affermare che i cilindri siano stati la fonte contenente le sostanze reattive al cloro.

La decisione di utilizzare la parola “possibile” nel rapporto finale è un cambiamento significativo rispetto alla parola “probabile”, in quanto rappresenta il livello di fiducia dell’OPCW. Modificando questa particolare frase, l’OPCW ha in effetti ridimensionato la propria fiducia nelle possibili conclusioni su questo evento, in linea con le preoccupazioni del dipendente.

Punto 2.1

L’unica prova disponibile in questo momento è che alcuni campioni raccolti nei Luoghi 2 e 4 sono stati in contatto con uno o piú agenti chimici che contengono atomi reattivi al cloro. Queste sostanze chimiche potrebbero includere molecole di cloro, fosgene, cloruro di cianogeno, acido idroclorico, cloruro di idrogeno, o ipoclorito di sodio (l’ingrediente principale della candeggina a base di cloro di uso domestico). Individuare volutamente il gas di cloro come una delle possibilitá è in malafede.

A parte l’assurdità di affermare che “individuare volutamente il gas di cloro” dopo un presunto attacco di gas di cloro in un paese in cui si sono verificati più attacchi di cloro è “disingenuo”, questi punti sembrano essere stati affrontati dal rapporto finale.

I paragrafi 8.6 – 8.19 della relazione finale includono una “Discussione sui risultati dell’analisi”, che affronta i punti sollevati in questo paragrafo della lettera, spiegando anche perché molti dei prodotti chimici elencati in questa parte della lettera potrebbero essere esclusi. Va notato che questa sezione contiene principalmente nozioni di chimica.

Punto 2.2

Vale la pena notare anche che il termine “sostanza chimica composto di cloro reattivo”usato nel rapporto con omissis é, infatti, impreciso. Attalmente viene usato per descrivere una sostanza chimica reattiva che contiene cloro, che non è in sè necesariamente reattivo e.g. clorofenol. Il rapporto originale usa il termine più preciso “una sostanza chimica contenente cloro reattivo”.

Il rapporto finale non usa la frase “sostanza chimica composto di cloro reattivo”. Invece, viene usata la frase “sostanza chimica contenente cloro reattivo”, come suggerito nella lettera.

Punto 3

Il rapporto con omissisi stabilisce che il gas era stato probabilmente rilasciato dai cilindri (nei Luoghi 2 e 4). Il rapporto originale enfatizza a proposito il fatto che, sebbene dai cilindri possano essere stati rilasciate le sospette sostenze chimiche, non c’erano prove sufficienti per affermarlo. Forse si è trattato di un semplice errore di battitura. Questa è la maggior deviazione dal rapporto originale.

Il rapporto finale non include questa menzione del gas rilasciato dai cilindri. Come sottolineato al punto 1, la relazione finale conclude che è “possibile” che i cilindri fossero la fonte di sostanze contenenti cloro reattivo.

Punto 4

Nel paragrafo 8.2 si afferma che “basandosi sugli alti livelli di vari derivati organici di clorurati, (…) rilevati nei campioni ambientali.” Descrivendo i livelli “alti” probabilmente esagera la portata dei livelli di derivati organici di clorurati rilevati. Questi erano, nella maggior parte dei casi, presenti solo su scale di parti per miliardo, a livelli bassi come 1-2 ppb, ció vuol dire che si trattava di tracce.

In nessun caso il rapporto finale descrive i livelli di vari derivati organici clorurati come “alti”. Tuttavia, si nota al paragrafo 7 dell’allegato 4 che questi derivati esistono nell’ambiente naturale e che i campioni di controllo sono stati raccolti in luoghi in cui non si prevede che siano stati esposti al cloro gassoso per confronto.

Punto 5

Il rapporto originale discute in dettaglio le incongruenze tra i sintomi delle vittime, così come riferiti da testimoni e come visto nelle registrazioni video. Omettere questa sezione del rapporto (incluso l’Epidemiologia, che è stato rimosso per intero) ha un grave impatto negativo sul rapporto, dato che questa sezione è inscindibilmente legata all’agente chimica identificata. Serve a sostenere o compromettere la certezza dell’identità di un agente chimico qualsiasi. In questo caso, la certezza dell’identità del cloro con qualsiasi agente soffocante viene messo in dubbio, precisamente per il motivo dell’incongruenza tra i sintomi riferiti e quelli osservati. L’incongruenza non è stata osservata soltanto  dal team della FFM, ma è stato altrettanto fortemente sostenuto da tre tossicologi esperti sull’esposizione agli agenti delle armi chimiche.

Il rapporto finale include una discussione sui sintomi, insieme a un’analisi epidemiologica che affronta questi problemi, a pagina 25.

È anche degno di nota il fatto che nel  rapporto finale siano stati consultati “quattro tossicologi e un tossicologo-medico” (paragrafo 8.87) anziché i tre tossicologi citati nella lettera. Nota inoltre nell’allegato 3 che ulteriori consultazioni con tossicologi si sono svolte a settembre e ottobre 2018, mesi dopo la stesura di questa lettera.

Va anche notato che il rapporto finale afferma anche che la FFM ha condotto ulteriori interviste dal 14 al 22 ottobre.

Punto 6

Il rapporto originale contiene estese sezioni riguardanti il posizionamento dei cilindri in entrambe i Luoghi cosi come il relativo danno causato nei punti di impatto, comparati con quelli causati ai cilindri sospettati di essere la fonte delle sostanze chimiche tossiche. Queste sezioni sono essenzialmente assenti dal rapport con omissis. Questa informazione è importante per valutare la probabilità della ‘presenza’ di sostanze chimiche tossiche contro ‘l’uso’ di sostanze chimiche tossiche.

Sebbene non sia esattamente chiaro a cosa si riferisca la lettera a questo punto, il rapporto finale dedica ampie e dettagliate discussioni alla modellizzazione dell’impatto dei due cilindri nelle pagine 53-64. Sono state condotte tre analisi indipendenti  da esperti di tre diversi paesi e tutte hanno raggiunto conclusioni complementari: il danno nei siti di impatto è coerente con la caduta dei cilindri dall’alto (allegato 12).

Va anche notato che gli studi di ingegneria sono stati ricevuti dall’FFM solo a dicembre 2018, ben dopo la data di stesura di questa lettera. Pertanto, qualsiasi discussione anteriore alla data di questa lettera sarebbe stata sostituita dagli studi che sono venuti in seguito.

Punto 7

Una delle caratteristiche di questa investigazione e del rapporto è stata la robusta ed estesa base scientifica per pianificare il campionamento e l’analisi della data raccolte. Una bibliografia completa della letteratura scientifica peer-reviewed è stata allegata per supportare ed accrescere la credibilità del lavoro della missione. Questo è stato purtroppo omesso dal rapporto con omissis.

Il rapporto finale contiene un’ampia bibliografia, inclusa la letteratura scientifica peer-reviewed.

Conclusione

Sebbene questa lettera sembri essere almeno superficialmente dannosa per l’OPCW, dopo aver letto gli effettivi rapporti pubblicati dall’OPCW, resulta evidente come questa lettera sia obsoleta e inapplicabile al rapporto finale sui fatti di Douma.

La lettera fa riferimento a un “rapporto con omissis” che non è stato pubblicato o è stato pesantemente aggiornato prima che diventasse la versione finale del rapporto. Le questioni sollevate nella lettera sembrano essere state affrontate con ulteriori lavori e ricerche o modificate per riflettere le preoccupazioni del dipendente che ha scritto la lettera.

Il fatto che il rapporto con omissis affermasse che era “probabile” che i cilindri fossero la fonte del cloro o della sostanza chimica contenente cloro reattivo, mentre il rapporto finale diceva che era “possibile che i cilindri fossero la fonte delle sostanze contenenti cloro reattivo” è significativo. Dimostra che l’OPCW ha in effetti ridimensionato la propria fiducia nelle conclusioni al fine di includere i dubbi sollevati dall’autore della lettera.

Sulla base di questa analisi, è chiaro che WikiLeaks, Daily Mail, La Repubblica e Stundin non sono riusciti a comprendere il contesto di questa lettera e del rapporto finale su Douma.

Se le persone che hanno trattato questa storia si sono davvero prese il tempo di leggere la lettera e le relazioni della FFM, avrebbero potuto scegliere di pubblicizzarla in un modo molto diverso.

 

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