Un importante intellettuale siriano affronta il famoso linguista, sostenendo che l’americentrismo rende quest’ultimo cieco davanti alla realtà della rivoluzione Articolo di Yassin al-Haj Saleh, scrittore siriano ed ex prigioniero politico, pubblicato su New Lines Magazine il 15 marzo 2022. (Traduzione di G.De Luca). Appena tre settimane dopo il mio rilascio dopo 16 anni di prigione…
Categoria: Pregiudizi da sfatare
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La palestinizzazione dei siriani
Pubblicato il 27 giugno 2017 su Aljumhuriya e sul sito dell’autore, di Yassin al Haj Saleh Traduzione di Giovanna De Luca Potrebbe sembrare eretico affermare che il destino dei siriani è peggiore di quello dei palestinesi, o anche paragonare lo stato assadista a quello israeliano. La dottrina nazionalista araba tradizionale non accetta questo paragone –…
Cancellare il popolo attraverso la disinformazione: la Siria e l'”anti-imperialismo” degli imbecilli
La seguente lettera aperta è stata realizzata da un gruppo di scrittori e intellettuali siriani in collaborazione con altre persone solidali con loro. È firmata da attiviste/i, scrittrici/scrittori, artiste/i e accademiche/i della Siria e di altri 32 paesi in Africa, Asia, Europa, Medio Oriente, Nord America, Oceania e Sud America, e appare in diverse lingue:…
La fine di Yarmuk, il più grande campo di profughi palestinesi in Siria
Il regime di Assad potrebbe voler bonificare la terra, per essere utilizzata poi dai siriani. Questo articolo è comparso sul The Economist con il titolo Syria is erasing the Palestinians’ largest refugee camp. Traduzione di Rina Coppola Quando i bombardamenti finalmente cesseranno, resterà poco della capitale in esilio della Palestina. Yarmouk, che confina a sud…
Pregiudizio n. 13. “L’intervento occidentale in Siria ripeterebbe solo gli errori dell’Iraq e dell’Afghanistan”
Un’importante distinzione tra Iraq e Siria è che la questione delle armi nucleari in Iraq è stata una fabbricazione totale. Ora è ampiamente riconosciuto che l’Occidente ha mentito per giustificare una politica che ha voluto attuare a proprio vantaggio. La questione siriana, invece, è iniziata come un movimento civile dal basso, non come un tentativo dell’Occidente di imporre qualsiasi tipo di strategia imperialista. I siriani stanno chiedendo all’Occidente di proteggere i civili, così da poter avere diritto all’autodeterminazione.
Pregiudizio n. 12. “Intervenire in Siria significa mandare truppe sul terreno”
A causa di una narrativa mediatica sulla Siria polarizzata e spesso disinformata, è facile supporre che il coinvolgimento occidentale in Siria equivalga automaticamente all’intervento militare diretto – cioè truppe sul terreno. Tuttavia, i sostenitori della protezione dei civili in Siria chiedono un percorso più pragmatico e realistico: una “no-bomb zone” (zona senza bombe).
Pregiudizio n. 11. “Gli obiettivi principali di ISIS sono le minoranze religiose ed etniche”
La minaccia di ISIS dunque è diretto contro qualsiasi gruppo che resiste il suo potere e non è diretto solo contro le comunità delle minoranze. Neanche i musulmani sunniti, che costituiscono il 74% della popolazione siriana, sono protetti dall’ISIS, e anche loro sono in pericolo.
Pregiudizio n. 10. “ISIS è un ‘gruppo di opposizione’”
ISIS ha sempre considerato come un nemico qualsiasi gruppo (compreso il regime di Assad) che non si sottomette al suo potere.[5] Tuttavia, il suo obiettivo primario non è correlato alla rivolta popolare siriana contro la dittatura di Assad e quindi non va considerato come parte del fronte dell’opposizione, ma come un terzo attore del conflitto siriano.
Pregiudizio n. 9. “Assad combatte il terrorismo”
Se da un lato il problema del terrorismo esiste all’interno della Siria, dall’altro Assad e i suoi alleati lo utilizzano chiaramente per portare avanti i propri obiettivi strategici (vale a dire rafforzare la propria posizione come alternativa valida) piuttosto che impegnarsi in una vera lotta contro di esso.
Pregiudizio n. 8. “L’Occidente sta cercando un cambio di regime in Siria”
Mentre Assad ha intensificato la sua campagna di repressione nel 2011, uccidendo i manifestanti e imprigionando e torturando attivisti, gli Stati Uniti non avevano altra scelta se non allontanarsi da lui e intraprendere qualche azione. Le sanzioni sono state imposte dagli Stati Uniti ma non hanno avuto alcun effetto sulla presa di Assad sul potere. Questa politica statunitense di dichiarazioni di condanna accompagnata da una totale mancanza di azione o da un’azione puramente cosmetica contro il regime di Assad continuerebbe nei prossimi sei anni ed è una delle ragioni principali per le quali Assad continua al potere fino ad oggi.
Pregiudizio n. 7. “Assad protegge i cristiani”
Miream Salameh sfata il mito che Assad protegge le minoranze cristiane. Massacri, torture, stupri, minacce di morte e oppressione per chiunque oppone il regime. Video in inglese con sottotitoli in italiano. Traduzione di Caterina Coppola, Sottotitoli da Giovanna De Luca
Pregiudizio n. 6. Assad sta tenendo insieme il Paese (spingendo contro il settarismo)
SCRITTO DA MARY RIZZO, Tradotto da Giovanna De Luca MITO: Assad sta tenendo insieme il Paese (spingendo contro il settarismo) Uno dei più grandi miti del conflitto siriano è che si tratti di una guerra settaria tra una popolazione sunnita sempre più violenta, arretrata e militante e una più urbana e progressiva popolazione composta da…