UCCIDERE LA VERITÀ 1a Parte

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uccidere la veritaCome la Russia sta alimentando una campagna di disinformazione per insabbiare i crimini di guerra in Siria

SINTESI
In questo rapporto sono esposte nuove prove della campagna portata avanti dalla  Russia per ingannare il pubblico e minare le istituzioni democratiche in tutto il mondo. Esso rivela come il governo russo stia conducendo una campagna propagandistica su più fronti per diffondere false informazioni sugli operatori umanitari in Siria nel tentativo di nascondere il suo ruolo in alcuni dei crimini di guerra più atroci del nostro tempo. In fondo, il PDF completo.

Una nuova ricerca mostra che troll e bot legati alla Russia hanno raggiunto circa 56 milioni di persone con tweet che attaccano l’organizzazione di ricerca e soccorso in Siria, la Protezione Civile Siriana – conosciuta anche come i Caschi Bianchi – durante dieci momenti chiave del 2016 e del 2017.

Molte di queste diffamazioni sono collegate agli sforzi per promuovere false informazioni sull’attacco chimico con gas sarin dell’aprile 2017 a Khan Sheikhoun, che gli investigatori delle Nazioni Unite hanno concluso essere stato realizzato dall’alleato della Russia, il governo siriano di Bashar al-Assad.

Questo rapporto esamina il modo in cui una campagna di disinformazione concertata sia stata in grado di dominare la diffusione di uno degli eventi più importanti del conflitto siriano. Quando il gas nervino è stato rilasciato su un’area civile, le affermazioni inverosimili della Russia sono state condivise così ampiamente, da essere diventate il trending topic (argomento di tendenza) numero uno su Twitter negli Stati Uniti.

I Caschi Bianchi hanno salvato più di 100.000 vite negli ultimi quattro anni, e questo li ha portati ad essere nominati per ben due volte al premio Nobel per la pace, e hanno ricevuto riconoscimenti, come il Right Livelihood Award e l’Arab Hope Makers Award.

Hanno fornito prove cruciali al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) in tre occasioni, così come al Congresso degli Stati Uniti e ai parlamenti europei, britannici, francesi, tedeschi, olandesi e svedesi.

In alcune parti della Siria, dove la maggior parte dei media non riesce ad essere presente, i loro video e le loro fotografie di attacchi aerei hanno fatto molto, piu di quanto abbia fatto qualsiasi altro gruppo, mostrando la realtà del conflitto e della crisi umanitaria. Il loro lavoro è stato presentato in oltre 78.000 resoconti dei media, tra cui le prime pagine del New York Times, The Guardian, BBC, Le Monde, TIME e di molti altri media internazionali.

I Caschi Bianchi vengono uccisi per aver osato operare al di fuori del controllo del regime siriano e mostrare al mondo cosa sta succedendo in Siria. Duecentodieci volontari sono stati uccisi dal 2013 fino al momento in cui viene redattato questo documento. I loro centri e gruppi di volontari sono stati colpiti da missili, barili bomba e bombardamenti di artiglieria 238 volte in poco più di 18 mesi tra giugno 2016 e dicembre 2017. (1)

Prestano aiuto umanitario in prima linea, per questo sono protetti dal diritto internazionale umanitario. Sebbene lavorino esclusivamente in aree al di fuori del controllo governativo, hanno salvato vite umane da tutte le parti del conflitto, compresa quelle di soldati del governo. Le false accuse, il linguaggio offensivo e le minacce violente mirano ad erodere la morale dei volontari. Tuttavia le diffamazioni verso i Caschi Bianchi, in particolare le affermazioni di falso terrorismo, sono progettate per minare le prove che legittimano la loro uccisione.

La blogger Vanessa Beeley, al centro di questa campagna di disinformazione sostenuta dalla Russia, ha dichiarato ripetutamente in pubblico che questi operatori umanitari possono essere uccisi legalmente. “I Caschi Bianchi non lo capiscono. Sappiamo che sono terroristi. Questo li rende un obiettivo legittimo“, ha detto su Twitter. (2)

Mentre la maggior parte delle persone coinvolte nella diffusione delle cospirazioni viene solitamente liquidata come eccentrica ed estremista dalla stragrande maggioranza dei responsabili delle politiche e dei formatori di opinioni, la loro portata online è stata indiscutibilmente straordinaria. L’attività di Twitter durante picchi di notizie durante l’offensiva di Aleppo nel 2016 e l’attacco chimico di Khan Sheikhoun nel 2017, mostra che gruppi di estrema destra negli Stati Uniti (la cosiddetta “alt-right”) e le reti russe stanno raggiungendo più persone che qualsiasi altro grupo e questo con storie inventate da loro. I siti di notizie “alternative”, radicati nella finzione più che nei fatti, sono diventati più influenti in queste discussioni critiche online rispetto ai siti di notizie affidabili. Ciò ha profonde implicazioni sul modo in cui gli stati democratici possono discutere pubblicamente e rispondere a crisi come quella della Siria, un conflitto che l’ONU ha definito “la più grande crisi umanitaria e dei rifugiati del nostro tempo.” (3)

QUESTO RAPPORTO RIVELA:

  • Le diffamazioni online hanno ricevuto il più alto sostegno ad un livello statale dalla Russia. I loro canali ufficiali RT e il sito di notizie Sputnik News hanno più volte ospitato i blogger al centro della campagna di disinformazione, come Vanessa Beeley.
  • La Russia ha presentato un rapporto di Beeley dal titolo “I Caschi Bianchi: realta o finzione” al Consiglio di Sicurezza dell’ONU come prova contro il gruppo.
  • Alcuni follower di Beeley fanno parte di un gruppo di utenti che tendono a ritwittare simultaneamente lo stesso contenuto critico – una solida indicazione di una campagna di disinformazione coordinata.
  • Il cinquanta percento degli accounts analizzati compaiono in almeno un’altra campagna di disinformazione russa, mentre 11 sono in un elenco pubblico di accounts noti per essere controllati dalla più famosa delle aziende di troll russe, l’Agenzia di Ricerca su Internet (Internet Research Agency).

La comunità internazionale ha fatto ben poco per fermare il bombardamento sui civili siriani da quando il governo di Bashar al-Assad ha iniziato la sua campagna di bombardamenti aerei cinque anni fa. Ora i governi di tutto il mondo e le società di social media stanno permettendo alla Russia di avere mano libera per colpire i soccorritori e innescare dubbi riguardo le prove dei crimini di guerra che stanno raccogliendo. Questo deve essere sfidato e resistito. Gli utenti dei social media, le aziende tecnologiche, le organizzazioni dei media tradizionali e i governi possono contribuire a fermare la campagna di diffamazione contro gli operatori umanitari in Siria e insabbiare i crimini di guerra. Nessun bisogno potrebbe essere più urgente: questa campagna di disinformazione ha conseguenze mortali.

RACCOMANDAZIONI

Aziende tecnologiche

  • Fornire agli utenti un modo per segnalare account che sembrano sospetti.
  • Considera l’adozione di un sistema di verifica tra pari in cui gli utenti possono garantire ad altri che hanno incontrato offline.
  • Quando un account è sospeso, informare tutti gli utenti che sono entrati in contatto con quella disinformazione. Gli utenti hanno il diritto di sapere che sono stati fuorviati.

Utenti dei social media

  • Esamina le fonti e le prove dietro le notizie che si leggono.
  • Evita di condividere contenuti che non provengono da fonti attendibili.

Agenzie di informazione

  • Riconoscere che lo scopo della disinformazione non è quello di vincere una discussione ma di offuscare la verità. Non dare ai teorici della cospirazione una piattaforma nel nome del bilancio.
  • Fai attenzione a chi riconosci come giornalisti. Può essere usato come etichetta per legittimare i propagandisti che non seguono alcun codice di condotta giornalistico.

I governi

L’autore di questo rapporto è The Syria Campaign, con ricerca ed analisi da Graphika, agenize di ricerca ed analisi di social media intelligence e dal giornalista freelance e ricercatrice Shilpa Jindia. Tradotto in italiano da Giovanna De Luca e Mary Rizzo. Impaginazione da Al-Masri. Un ringraziamento a Samantha Falcitori.

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