Quando la Russia lanciò la sua prima bomba sulla Siria il 30 settembre 2015 lanciò anche una campagna di propaganda coordinata e deliberata per distorcere e coprire i fatti sul terreno.
Le forze russe hanno ucciso 5.233 civili, tra cui 1.417 bambini, in due anni tra settembre 2015 e settembre 2017, secondo la Rete Siriana per i Diritti Umani (SNHR). Hanno anche attaccato 143 strutture educative e 119 strutture mediche. Ma è la copertura politica e diplomatica che la Russia estende al suo alleato, il governo siriano di Bashar al-Assad, che è ancora più letale. La Russia ha ora usato il suo potere di veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 11 volte per bloccare l’azione internazionale volta a limitare le tattiche di Assad, che secondo SNHR sono responsabili di 192.793 morti civili, ovvero il 90,6% di quelli uccisi durante il conflitto.
I volontari della Protezione Civile Siriana, noti anche come Caschi Bianchi (White Helmets), vivono e lavorano nella distruzione lasciata dalle bombe del governo russo e siriano. Hanno salvato più di 100.000 persone negli ultimi quattro anni, vittime di barili bomba, raid aerei, fuoco dei cecchini e attacchi chimici. Come primi soccorritori, le loro testimonianze e i dati umanitari dalla prima linea hanno fornito prove cruciali al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ai governi internazionali e ai gruppi per i diritti umani.
Ad oggi, 210 volontari hanno perso la vita in attacchi deliberati ai centri dei Caschi Bianchi o mentre realizzavano i soccorsi. Inoltre sono soggetti a costante attacco online – sia personalmente che attraverso una campagna di disinformazione piena di odio condotta da blogger, bot e troll.

Secondo affermazioni realizzate a tavolino, questo gruppo di primo soccorso è accusato di essere composta da terroristi e di essere legato gruppi di estremisti. I Caschi Bianchi sarebbero attori che mettono in scena i loro salvataggi per fini di propaganda e per l’uso di agenti dell’intelligence per i governi occidentali.
Blogger sconosciuti e senza precedenti esperienze in conflitti in generale o in Siria in particolare, sono stati catapultati sul palcoscenico mondiale dai troll russi, e hanno diffuso notizie sponsorizzate dalla Russia, posizionandosi come giornalisti credibili.
La disinformazione è una vecchia tattica di guerra. Ma mai prima d’ora attacchi mirati e rivendicazioni inventate erano state fatte così violentemente contro operatori umanitari protetti dal diritto internazionale umanitario.
I Caschi Bianchi operano in 9 dei 14 governatorati del paese e hanno una leadership eletta, attirati dalle loro squadre in tutto il paese. Dal momento che lavorano in aree che pochi giornalisti e ricercatori indipendenti possono raggiungere, i Caschi Bianchi sono una delle rare fonti primarie di informazioni su come la guerra condotta dalla Russia e il suo alleato, il governo siriano abbia un impatto sui civili. Non c’è da meravigliarsi se questi governi vogliono che i Caschi Bianchi siano screditati o messi a tacere.
Questa guerra online è progettata per creare dubbi e confusione riguardo ai fatti sul terreno. I teorici della cospirazione, i blogger, i “giornalisti”, i politici e i falsi account online vengono tutti usati per diffondere disinformazione sui Caschi Bianchi. La ricerca di questo rapporto da parte della società di intelligence Graphika sui social media, ha rilevato che negli account russi e siriani supportati da Twitter ci sono le conversazioni più ampie, connesse e influenti sui Caschi Bianchi. Questi account sono di gran lunga i più critici verso i volontari. Mentre Graphika ha scoperto che ci sono alcune prove del coinvolgimento delle risorse informative iraniane e di Hezbollah nella discussione sui Caschi Bianchi su Twitter, questo rapporto si concentra su quello che è chiaramente il gruppo più influente in questa guerra di informazioni online: le reti sostenute dalla Russia e i loro attacchi coordinati contro i Caschi Bianchi.
Mentre i governi, preoccupati, hanno iniziato a indagare sull’impatto degli sforzi per la disinformazione della Russia, sulla democrazia in tutto il mondo; è tempo che un’indagine più ampia esamini l’uso di queste stesse tattiche volte a seppellire alcuni dei crimini di guerra più atroci del nostro tempo ed a trasformare gli operatori umanitari in “obiettivi legittimi” per un’attacco.
“Questa guerra online è progettata per creare dubbi e confusione riguardo ai fatti sul terreno.”
CHI SONO I CASCHI BIANCHI?
I Caschi Bianchi sono ex carpentieri, agricoltori, ingegneri, uomini e donne, che si offrono volontari per correre verso il posto dove ci sono stati bombardamenti e attacchi chimici nel tentativo di salvare i sopravvissuti. Oggi il loro lavoro va oltre la ricerca e il salvataggio e include la rimozione di mine, sgomberare le strade, ricostruire edifici, educare la comunità e lavorare sulle infrastrutture elettriche.
In una guerra in cui alcuni stimano che quasi mezzo milione di persone siano state uccisi o scomparsi forzatamente e metà del paese sfollato, i volontari dei Caschi Bianchi si sono tutti impegnati a rispettare i principi di “neutralità, imparzialità e umanità” come indicato nel loro severo codice di condotta, che proibisce a qualsiasi membro di lavorare con, o di sostenere attivamente, qualsiasi gruppo politico all’interno della Siria.

I Caschi Bianchi sono orgogliosi del loro ruolo di soccorritori umanitari e applicano rigorosamente questo codice. I loro dati e le testimonianze dei testimoni oculari, così come le prove fotografiche, sono state fonti di informazioni fondamentali per le indagini internazionali sui crimini di guerra compilati dalla Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, dall’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche e dai gruppi per i diritti umani. Questi crimini includono l’uso di armi chimiche, la punizione collettiva dei civili attraverso assedi per fame e il bombardamento di ospedali e strutture mediche.
Il principale autore di questi crimini, il governo siriano e la sua alleata, la Russia, vogliono screditare i Caschi Bianchi. Come ha scritto sul Guardian in un editoriale nell’ottobre dello scorso anno sul gruppo, “Nessuno dovrebbe sorprendersi del fatto che Bashar al-Assad abbia paragonato questi attivisti umanitari ai terroristi: cosi è come chiama chiunque si opponga a lui.”
Tuttavia, come dimostra questo rapporto, queste diffamazioni infondate stanno dominando il dibattito online. Alcuni addirittura celebrano quando questi operatori umanitari vengono uccisi: “IL KARMA È UN STRONZO -> #Caschi Bianchi uccisi. Questo gli insegnerà a uccidere bambini innocenti per simulare un #syriachemicalattack!! #Syriahoax #MFAnews.” (@BinsakSB)
Hamied, 25 anni, un volontario del Caschi Bianchi di Khan Sheikhoun in Idlib ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è quello di salvare il maggior numero di civili nel più breve tempo possibile. Sono frustrato e irritato ogni volta che siamo accusati di queste cose. Questa propaganda ha portato molte persone a schierarsi con queste accuse. Hanno un’immagine sbagliata dei Caschi Bianchi, un’immagine che è l’opposto di ciò che siamo realmente. Allo stesso tempo, questo ha dato alle forze aeree una presunta ragione per attaccare i nostri centri e bersagliarci mentre siamo in missione di salvataggio. Abbiamo perso così tanti colleghi per questo.”
Ismail, 30 anni, un volontario dei Caschi Bianchi di Aleppo ha detto: “Quando sento queste accuse sento che chi le diffonde che in fondo non vuole che salviamo le persone, vuole che i civili muoiano senza alcun aiuto. Come mai tra tutte le persone in Siria, a noi rivolgono queste accuse? Non ha senso.”

Khaled, 22 anni, un altro volontario di Aleppo ha detto: “Mi sconvolge che stiano cercando di nascondere la verità su ciò che sta accadendo in Siria. Ma nonostante tutto, continueremo a concentrarci sul nostro lavoro, salvando vite e documentando i crimini contro i civili e non perderemo la speranza mai e poi mai.”
Siraj, 30 anni, volontario con sede nella Ghouta orientale, ha dichiarato: “Il modo in cui il regime siriano ed i suoi media ci ritraggono ci sta influenzando e ci irrita. Personalmente, come membro della Difesa Civile Siriana ne sono fortemente influenzato, influenza direttamente il nostro spirito. Dopo aver portato a termine qualsiasi missione, vediamo come i media del regime siriano, e persino i media russi, tentano di distorcere la nostra immagine e affermano che apparteniamo a gruppi militanti o che appartengono a gruppi armati. Questo ci condiziona negativamente e ci demoralizzano dopo tutto quello che abbiamo fatto.
“Tuttavia, nonostante questa negatività, continueremo il nostro lavoro fino alla fine. Per quanto riguarda l’effetto reale di questo ritratto negativo, sfortunatamente, sta danneggiando i membri della Difesa Civile Siriana in tutti i governatorati. I membri vengono presi di mira da attacchi aerei a doppio tocco, attacchi mirati vengono lanciati nei nostri centri e contro i veicoli.”
“I Caschi Bianchi, il lavoro umanitario e il loro profondo impegno per l’umanità ha il potenziale di unire siriani da tutte le parti, e il mondo dietro di
loro.” — Estratto dalla lettera per la nomina per il Premio Nobel per la pace, scritto dalla compianta MP brittanico Jo Cox.
L’autore di questo rapporto è The Syria Campaign, con ricerca ed analisi da Graphika, agenize di ricerca ed analisi di social media intelligence e dal giornalista freelance e ricercatrice Shilpa Jindia. Tradotto in italiano da Giovanna De Luca e Mary Rizzo. Impaginazione da Al-Masri. Un ringraziamento a Samantha Falcitori.
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