Ambiguities of Domination – Lisa Wedeen

Recensione da Mary Rizzo

Ambiguities of Domination (Ambiguità di Dominazione), un’analisi sulla politica simbolica in Siria nell’era pre-rivoluzionaria, durante il regno di Hafiz al-Assad, offre uno sguardo privilegiato sulla realtà di un Paese la cui popolazione è stata inondata dalla retorica ufficiale, dai racconti eroici e dalle immagini onnipresente del “Presidente” e da un’orchestrazione di spettacoli che lodano il suo potere. Retorica che esercitava una forma efficace di potere assoluto, ma la cui applicazione pratica può essere fondamentalmente riassunta nei termini della semplice “gestione del malcontento” attraverso l’uso costante della retorica e dei simboli di un culto della personalità di un regime autoritario senza alcun carisma.

La stessa Wedeen scrive: “Questo libro sostiene che il culto di Assad è una strategia di dominio basata sulla conformità piuttosto che sulla legittimità. Il regime produce conformità attraverso la partecipazione forzata a rituali di obbedienza che sono palesemente fasulli sia per coloro che li orchestrano che per coloro che li consumano. Il culto di Assad opera come un dispositivo disciplinare, generando una politica di dissimulazione pubblica in cui i cittadini agiscono come se venerassero il leader. Una politica del “come se” mentre può sembrare irrazionale o sciocca a prima vista, in realtà si dimostra politicamente efficace. Produce linee guida per un discorso e un comportamento accettabili; definisce e generalizza un tipo specifico di appartenenza nazionale; provoca l’imposizione dell’obbedienza; induce complicità creando pratiche in cui i cittadini sono essi stessi “complici”, sostenendo le norme costitutive del dominio di Assad; isola i siriani gli uni dagli altri e ingombra lo spazio pubblico con slogan monotoni e gesti vuoti, che stancano le menti e i corpi dei produttori e dei consumatori”.

Pubblicato nel 1999 e con una nuova prefazione nel 2015, per tenere conto degli eventi della rivoluzione siriana e per mettere in discussione il primato dell’argomento weberiano della “legittimità” (in cui il leader dovrà possedere vari caratteristiche per essere considerato legittimo) ma invece postula come i “meccanismi di segnalazione” del dissenso di cui Wedeen abbia descritto con grande effetto nella prima edizione, in particolare nel capitolo che riguarda vignette e battute politiche, sono stati in grado di fare passi da gigante sotto un nuovo “Presidente”, in un clima nuovo, in ogni modo molto più brutale di quello di Hafez.

I rituali palesemente fasulli del culto della personalità non hanno cessato di esistere una volta che è stato chiaro che l’unico interesse del regime era quello di mantenere il suo potere a tutti i costi e di guidare tutto il dissenso nella categoria accettabile di combattere la “corruzione nelle mele marce”. Questa continuazione del sostegno della falsa narrativa è stata trasferita a un segmento specifico della popolazione siriana, e questo libro può aiutare non solo a capire cosa ha portato alcune persone alla rivolta, ma consente anche al lettore di capire come alcuni si tengano ancora stretti ad una retorica che sanno essere palesemente falsa.

Ambiguities of Domination, politics, rhetoric and symbols of contemporary Syria, Autore: Lisa Wedeen, pub. 1991, con nuova prefazione di 2015. University of Chicago Press, 244 pagine

Ali Farzat, il cui lavoro è discusso nel libro.

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