“I genitori stanno vestendo i loro figli per la sepoltura”: la guerra in Siria contro i piú giovani si intensifica

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Scritto da Bethan McKernan e pubblicato l’1 agosto 2021 su The Guardian

(Traduzione di Giovanna De Luca)

L’artista murale Hussein Sabbagh, 13 anni, uno dei 27 bambini uccisi in attacchi governativi nel nord-ovest della Siria in due mesi

Tra le macerie delle case bombardate a Binnish, una città nel nord-ovest della Siria, spicca un murale dai colori vivaci. L’immagine mostra una casa intatta, con cuori che scorrono dalle finestre. In alto, tuttavia, le sagome scure degli uccelli sono accompagnate da elicotteri, aerei da guerra e missili, e i fiori rossi e gialli del giardino sembrano fiamme.

Il murale è opera del tredicenne Hussein Sabbagh, che aveva otto anni quando la sua famiglia è fuggita dagli attacchi di Bashar al-Assad ad Aleppo nel 2016. Come milioni di altri siriani, i Sabbagh sono finiti nel nord-ovest della Siria, l’ultima area del paese che rimane fuori dal controllo del regime.

La famiglia ha cercato di ricostruire una nuova vita nonostante la guerra infuriasse ancora intorno a loro: Hussein aveva anche la passione del calcio e aiutava l’artista locale Aziz al-Asmar con i suoi famosi murales politici. Ma il sogno dell’adolescente di diventare un pittore è finito il mese scorso quando le forze del regime hanno preso di mira una piscina nella città di Fua con un bombardamento di artiglieria. Hussein, insieme al fratello di 17 anni, allo zio di 23 anni e ad altri tre civili, sono stati uccisi.

(In foto: Un murale dipinto su una casa bombardata a Binnish, una città dell’opposizione nella provincia siriana di Idlib, dal tredicenne Hussein Sabbagh. Fotografia: Muhammad Haj Kaddour/The Syria Campaign)

“Hussein era amato da tutti. Mi ha aiutato in molti dei murales che ho dipinto… Aveva talento e aveva una così bella immaginazione”, ha detto Asmar. “C’era un disegno particolare che amava molto dipingere, una casa con cuori che indicavano l’amore… Voleva dire che queste bombe uccidono l’amore e distruggono le case”.

Hussein è uno dei 27 bambini che sono stati uccisi negli attacchi del governo in tutta la Siria nord-occidentale solo negli ultimi due mesi, la guerra di logoramento di Bashar al-Assad colpisce i residenti più giovani e vulnerabili della zona. Sono stati colpiti anche sette edifici scolastici, che si aggiungono ai criminali gesti del regime nel prendere di mira le infrastrutture civili.

“Abbiamo iniziato a notare uno schema negli ultimi anni secondo il quale i bombardamenti si intendificano durante le vacanze come l’ Eid”, ha affermato Laila Hasso, direttrice della comunicazione e dell’advocacy per Hurras Network, un’organizzazione benefica che lavora per proteggere i bambini in Siria.

“Tredici bambini sono stati uccisi in soli tre giorni. Ora, ogni volta che arriva l’ Eid, abbiamo paura di perdere altri bambini. Invece di far indossare loro vestiti nuovi per agghindarsi e festeggiare, i genitori stanno vestendo i loro figli per essere sepolti”.

La Siria nordoccidentale è principalmente governata da Hayat Tahrir al-Sham, o HTS, un gruppo islamista che ha preso il posto di altre fazioni dell’ opposizione nel 2019. Sebbene HTS abbia compiuto sforzi per prendere le distanze dalle sue origini da al-Qaeda, il gruppo tollera poco il dissenso e impone editti religiosi a coloro che vivono nel suo territorio.

L’area è presumibilmente protetta da un cessate il fuoco mediato da Turchia e Russia nel marzo 2020, ma l’accordo viene regolarmente ignorato e i residenti della zona vivono nella paura della successiva ondata di attacchi aerei.

(In foto: Una casa bombardata a Binnish, Idlib. Fotografia: Muhammad Haj Kaddour/The Syria Campaign)

Circa tre quarti della popolazione stimata di 3,5 milioni di persone sono fuggiti nel nord-ovest per sfuggire ai combattimenti in altre parti del paese. Le condizioni di vita sono disastrose e sono peggiorate dal crollo della valuta siriana dello scorso anno, cosa che ha fatto impennare i prezzi dei generi alimentari.

Un flusso costante di tagli agli aiuti e l’arrivo del Covid-19 si sono aggiunte alle difficoltà della vita quotidiana per le persone intrappolate tra il regime e HTS.

La violenza è aumentata nelle due settimane successive alla festa di Eid al-Adha.  Più o meno nello stesso periodo, Assad ha prestato giuramento per un quarto mandato di sette anni come presidente dopo aver vinto con il 95% dei voti alle elezioni fraudolente di maggio, ha giurato che far “liberare quelle parti della patria che devono ancora esserlo” è una delle sue massime priorità.

“Il regime chiama terroristi le persone nel nord-ovest della Siria.  Ma gli atti di terrorismo sono ciò che fa il regime, attaccando civili e scuole”, ha detto Hasso.

“A volte i genitori ci chiedono di chiudere gli edifici scolastici perché hanno tanta paura che i loro figli muoiano lì.  In altre parti del mondo, le scuole sono considerate luoghi sicuri… Il regime vuole mandare il messaggio secondo il quale non c’è futuro in questa zona per noi o per i nostri figli”.

Asmar, l’artista, è andato a lasciare fiori sulla tomba di Hussein a Binnish la scorsa settimana.  Nonostante il dolore per la perdita del suo giovane assistente, la pittura rimane un modo per aggrapparsi alla speranza e ricordare al mondo che i siriani sognano ancora la pace e la giustizia, ha affermato.

Da quando sono tornato in Siria da Beirut anni fa, cerco di disegnare un sorriso sui volti dei bambini.  Cerco di far loro dimenticare, anche per un momento, il terrore e la guerra che hanno vissuto”, ha detto.

“Li lascio prendere parte a quello che faccio affinché possano esprimere i loro sentimenti attraverso l’arte.  Voglio consegnare loro il messaggio che la speranza esiste ancora”.

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