“Agire ora o affrontare delle conseguenze catastrofiche”

“Agire ora o affrontare delle conseguenze catastrofiche”, così le organizzazioni siriane avvertono la Turchia, gli Stati Uniti, l’UE e l’ONU prima della riunione del Gruppo di Undici che affronta la questione Idlib

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Foto: AJE

Scritto dall’Associazione siriana per la dignità dei cittadini, pubblicato in inglese il 6 febbraio, 2020, tradotto da Mary Rizzo, revisionato da Marina Centonze

In anticipo rispetto all’odierna sessione (N.d.T, il 6 febbraio) di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione a Idlib, più di 50 organizzazioni della società civile siriana, tra cui l’Associazione siriana per la dignità dei cittadini, hanno indirizzato una lettera a Donald Trump, Recep Tayyip Erdogan, Angela Merkel, Emanuel Macron, Boris Johnson, Antonio Gutierres e Josep Borell, per metterli in guardia dall’imminente catastrofe umanitaria se gli attacchi indiscriminati di Idlib da parte della Russia e del regime di Assad non vengono fermati e senza che gli aiuti urgenti vengono messi a disposizione di coloro che sono già sfollati.

La lettera, consegnata oggi, avverte che dall’assalto di Idlib, iniziato nel febbraio 2019, più di un milione di persone sono state sfollate verso il confine con la Turchia in una zona già alle prese con la sovrappopolazione causata dallo sfollamento da altre parti della Siria. Ora, con le forze di Assad a pochi chilometri da Idlib City e implacabili bombardamenti sulle aree piene di civili da parte degli aerei russi, un’altra ondata di spostamenti minaccia di aggiungersi con un ulteriore milione di nuovi sfollati a quel numero.

Per mettere tutto in prospettiva, ciò equivarrebbe a più del numero totale di rifugiati sfollati a seguito della guerra in Bosnia Erzegovina, o del numero totale di tutti, rifugiati e sfollati interni,  sfollati durante la guerra in Kosovo.

“La strategia di Russia e Assad è quella di infondere il terrore nei civili e svuotare le città dei loro abitanti. Intere famiglie vengono uccise nelle loro case, o mentre scappano, cercando di sfuggire ai bombardamenti poiché le vie di fuga vengono sistematicamente e direttamente prese di mira. Praticamente nessun abitante di questi luoghi vuole rimanere sotto il dominio di Assad, nel timore mortale delle milizie sotto il suo controllo, che sono noti per aver giustiziato i civili in cui si sono imbattuti nelle aree appena catturate. Sono certi di essere presi di mira individualmente e collettivamente se rientrano nel controllo russo e del regime”, si legge nella lettera.

Un sondaggio rapido sul posto, condotto dall’Associazione siriana per la dignità dei cittadini con 150 persone fuggite dall’ultimo assalto di Idlib ha dimostrato che il 90,6% degli intervistati non prenderebbe in considerazione il ritorno nelle aree detenute da Assad o l’accesso ad accordi di riconciliazione sotto le garanzie dei russi. Il sondaggio è stato condotto nella zona di confine – nel villaggio di Atma, Albab City, Afrin, Adana, Sarmada e Azaz City – con persone fuggite da Idlib City, Saraqeb, Ma’rat al-Numan, Ma’rat Shashma, Kafruma, Mardebsa, Sarmin, Talmanas, Khan al-Asaal, Orem, Jabal al-’awie e Marestshoreen.

Essi sono disperati di attraversare la Turchia e proseguire verso l’Europa in cerca di sicurezza per i loro figli. Le conseguenze sulla regione e sull’Europa stessa di questo massiccio spostamento sono difficili da stimare.

I firmatari hanno lanciato un appello per un’azione immediata per affrontare la catastrofe umanitaria che si sta verificando a causa dell’assalto della Russia e delle forze di Assad:

  • Richiede agli Stati Uniti, al Regno Unito, alla Francia, alla Germania, all’Unione Europea e alla Turchia di utilizzare tutte le misure possibili e disponibili – diplomatiche, economiche e militari – per fermare l’assalto delle forze della Russia e di Assad e far rispettare una zona di non volo (no-fly zone) su Idlib e sulle altre aree in cui i civili sono attualmente presi di mira;
  • Richiede alle Nazioni Unite e tutte le sue agenzie competenti di garantire urgentemente la consegna di tende (estremamente urgenti), cibo, coperte, forniture mediche e infrastrutture di base alle persone sfollate nelle zone di confine dall’assalto russo e di Assad su Idlib;
  • Richiede alla Turchia e all’UE di aprire le loro frontiere alle persone sfollate dall’assalto russo e di Assad su Idlib e di fornire loro un riparo temporaneo, soccorsi materiali e sicurezza per i loro figli;
  • Richiede alla Turchia di usare i suoi punti di monitoraggio e la sua presenza militare all’interno della Siria per proteggere civili e sfollati interni, e agli Stati Uniti di sostenere tali sforzi, e qualsiasi sforzo che serva a proteggere i civili.
  • Richiede all’UNHCR di porre fine al suo silenzio e di riferire regolarmente e pubblicamente sulla portata degli sfollamenti e sulle esigenze delle persone sfollate dall’assalto russo e di Assad su Idlib;
  • Richiede agli Stati Uniti e all’UE di intensificare con urgenza le attuali sanzioni economiche contro il governo di Assad come strumento di pressione per porre fine all’assalto su Idlib e all’attacco (target) indiscriminato di civili.

Abbiamo assistito a un’azione risoluta da parte della comunità internazionale in casi di terrore indiscriminato diretto contro i civili in Bosnia Erzegovina nel 1995, in Kosovo e a Timor Est nel 1999, tra gli altri. La comunità internazionale non ha certamente bisogno di ulteriori prove della natura criminale della strategia della Russia e di Assad, volta a colpire indiscriminatamente i civili, a instillare il terrore e causare massicci sfollamenti con conseguenze di vasta portata per la Siria, per la regione e oltre.

La Turchia, gli Stati Uniti, l’Unione Europea e l’ONU devono agire ora per evitare una catastrofe umanitaria senza precedenti che minaccia centinaia di migliaia di siriani, per evitare che il nichilismo e la radicalizzazione si facciano breccia tra i siriani sfollati, per dimostrare che il sistema politico e giuridico internazionale costruito dopo la seconda guerra mondiale sotto lo slogan “mai più” non è irreparabilmente danneggiato come la Società delle Nazioni nel 1930.

signatories idlib

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