LA FINE DI ASSAD (E PUTIN)??

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Scritto da Jason Jay Smart, tradotto da M.R.

Giovedì ha iniziato a circolare la notizia che Assad era arrivato urgentemente a Mosca per incontrare Putin. Mentre fonti pro-Assad hanno affermato che il viaggio del dittatore arabo era per discutere di investimenti nella ricostruzione del suo paese, le notizie dell’opposizione hanno suggerito che il soggiorno di Assad era in realtà dovuto allo “scoppio dell’instabilità in Siria”.

A differenza di una “normale” visita di Stato, sembra che il leader siriano abbia portato con sé tutta la sua famiglia allargata a Mosca, dove alloggiano in un hotel di lusso, mentre il tiranno è rintanato al Cremlino, in attesa di Putin.

Incredibilmente, Putin non è nemmeno a Mosca. Piuttosto, Putin è in Kazakistan e il ministro della Difesa russo è in Corea del Nord, confermando così che l’offensiva dei ribelli siriani ha colto alla sprovvista sia Assad che Putin.

Sempre più intrappolata in un pantano economico e militare, la Russia è stata recentemente costretta a rimuovere i suoi aerei militari, che avevano sostenuto Assad in Siria, per inviarli nell’altra guerra della Russia, in Ucraina.

Tuttavia, anche senza gli aerei, è sorprendente che l’offensiva dei ribelli siriani, in meno di 24 ore, abbia preso la seconda città più grande, Aleppo, con combattimenti limitati. Da ieri, ci sono indicazioni che l’esercito di Assad potrebbe crollare, dando credito alle notizie secondo cui i combattenti russi e Hezbollah sostenuti dall’Iran, invece di combattere per difendere Assad, stanno fuggendo.

Una volta che una massa critica di soldati diserta, aumentano le possibilità che il fenomeno si diffonda. In questo caso, gli oppositori del regime sarebbero probabilmente in grado di sconfiggere rapidamente l’esercito nazionale decimato.

A questo punto, Putin è limitato nell’assistenza che può offrire al suo alleato. L’economia russa è sull’orlo del collasso totale, mentre l’esercito russo non ha la capacità di cacciare l’esercito ucraino dall’oblast di Kursk, tanto meno di sostenere Assad.

Se il Cremlino, privo di denaro e di forza militare, decidesse di permettere ad Assad di cadere, allora potrebbe iniziare una catena di eventi che peggiorerebbe acutamente l’economia russa e destabilizzerebbe il fragile sistema politico dell’autocrazia.

Putin non sta “giocando a scacchi in 4D”. Piuttosto, la strategia mal concepita di Putin di obbligare eccessivamente il suo paese a guerre straniere non necessarie, che ha distrutto l’economia della sua nazione, potrebbe presto chiudere il cerchio, innescando la fine di Putin stesso.

Mentre i venti del cambiamento iniziano a soffiare, il crollo del castello di carte di Putin sembra sempre più probabile.

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