Il regime siriano ha sottratto circa il 90% degli aiuti destinati alle vittime del terremoto
Comunicato stampa del Syrian Network for Human Rights(SNHR), pubblicato il 28 febbraio 2023: (Scarica il report completo sul sito del SNHR) Parigi
(Traduzione G.De Luca)

– La Rete siriana per i diritti umani (SNHR) ha rivelato in un rapporto pubblicato oggi (ieri ndt) di aver finora documentato la morte di 7.259 siriani a causa del terremoto che ha colpito la Siria nordoccidentale e la Turchia meridionale all’alba di lunedì 6 febbraio 2023. Di questi, 2.534 sono morti in aree non controllate dal regime siriano e 394 sono morti in aree controllate dal regime, mentre 4.331 rifugiati siriani sono morti in Turchia. Il rapporto rivela anche che il regime siriano ha rubato circa il 90% degli aiuti destinati alle vittime del terremoto. Il rapporto di 6 pagine è un aggiornamento del precedente bilancio registrato delle vittime uccise sia dal terremoto che dall’arrivo in ritardo degli aiuti delle Nazioni Unite e internazionali.
Il rapporto rileva che il team del SNHR, che normalmente lavora alla documentazione di esecuzioni extragiudiziali, di solito non registra casi di morte naturale o decessi dovuti a disastri. Tuttavia, date le circostanze straordinarie e l’inevitabile bisogno urgente, e basandosi sulla vasta esperienza del team, sull’ampia rete di relazioni e sulla dispersione geografica, questo team è stato incaricato di occuparsi di questo caso speciale. Il rapporto elenca alcune delle sfide straordinarie in questo processo, in particolare il fatto che un gran numero di membri del team sono stati essi stessi colpiti dal terremoto, alcuni di loro hanno perso la vita. La seconda grande sfida che il team deve affrontare è documentare l’enorme numero di vittime, rispetto anche al più grande massacro singolo commesso dal regime siriano, oltre all’ampia area geografica in cui sono morte le vittime del terremoto. In questo contesto, il rapporto documenta il minimo indispensabile di informazioni, con ulteriori aggiornamenti in un secondo momento. Fadel Abdul Ghany, direttore esecutivo di SNHR, afferma:
“Fornire aiuti attraverso il regime siriano e le organizzazioni fondate dall’apparato di sicurezza del regime siriano potrebbe allontanare gli Stati donatori e le organizzazioni di supporto dal quadro del lavoro umanitario poiché gli aiuti sarebbero destinati a sostenere e finanziare il terrorismo e i crimini contro l’umanità che il regime siriano ha commesso contro la sua gente. Pur riconoscendo le buone intenzioni degli Stati e delle organizzazioni donatrici, dobbiamo sottolineare che il regime siriano non ha rubato solo il 30 o il 40% degli aiuti donati – in realtà, il regime siriano ha saccheggiato fino al 90% degli aiuti forniti».
Il rapporto rivela che finora si é a conoscenza del fatto che un totale di 7.259 siriani, tra cui circa 2.153 bambini e 1.524 donne, sono morti a causa del terremoto, il bilancio delle vittime in Siria é aumentato dovuto dall’arrivo in ritardo dell’ONU e degli aiuti internazionali tra il 6 febbraio, 2023 e il 27 febbraio 2023. Questo bilancio delle vittime è distribuito in base alla località tra 2.534 vittime morte in aree non governate dal regime nella Siria nordoccidentale, 394 vittime in aree sotto il conteollo del regime e 4.331 rifugiati siriani morti in Turchia. Il rapporto include grafici che delineano la distribuzione delle vittime decedute per governatorato e classificano le vittime decedute in Turchia in base al governatorato siriano di origine piuttosto che al luogo della loro morte.
Come spiega ulteriormente il rapporto, il bilancio delle vittime del terremoto comprendeva 73 membri del personale medico, 5 operatori dei media, 62 operatori umanitari e 4 membri della protezione civile nella Siria nordoccidentale.
Il rapporto sottolinea inoltre che l’idea di “fornire un po’ di aiuto è meglio di niente”, sebbene vera in circostanze ordinarie, in Siria è fallita miseramente in Siria, dato che queste circostanze sono assenti. Questa dichiarazione è stata la risposta data dalla maggior parte dei soccorritori nelle aree sotto il controllo del regime siriano alle domande su questo aiuto.
Questo fallimento, come spiega il rapporto, deriva da tre punti principali:
Primo: il regime siriano, non le vittime che sono effettivamente i suoi ostaggi, è il principale beneficiario di questi aiuti e della stragrande maggioranza degli aiuti donati dal 2014. Il regime siriano e le sue forze militari rubano apertamente fino al 90% di tutti gli aiuti consegnati, che viene poi distribuito a membri del regime e venduto con profitto nelle aree controllate dal regime. Stando così le cose, fornire aiuti donati alle vittime del terremoto o ad altri tramite il regime siriano è, in effetti, fornire sostegno a un regime coinvolto nel terrorizzare la sua gente, nell’usare armi chimiche e nel commettere molti altri crimini contro l’umanità.
In secondo luogo, nessuna delle organizzazioni che operano nelle aree sotto il controllo del regime siriano ha alcuna autonomia, sia che si parli della Mezzaluna Rossa Araba Siriana (SARC), della Protezione Civile o di qualsiasi altro gruppo fondato dall’apparato di sicurezza del regime. Le organizzazioni internazionali, tuttavia, sono tenute a trattare esclusivamente con queste entità controllate dal regime, affidando di fatto il controllo degli aiuti all’apparato di sicurezza del regime e consentendogli di saccheggiare la stragrande maggioranza di questi aiuti. Questo è lo stesso apparato di sicurezza coinvolto in crimini contro l’umanità, tra cui la tortura a morte di persone e la scomparsa di quasi 100.000 cittadini siriani.
Infine, il regime siriano sta sfruttando il flusso di assistenza umanitaria e il cordoglio espresso nei confronti delle vittime del terremoto e dei sopravvissuti per un tornaconto politico. In realtà, il regime siriano non si preoccupa del popolo siriano, né di coloro che sono nelle aree sotto il suo controllo né in quelle al di fuori del suo controllo. Il rapporto sottolinea che vi è un urgente bisogno di aumentare l’assistenza umanitaria alle famiglie delle vittime e degli sfollati, in particolare a seguito del devastante terremoto del 6 febbraio, in tutte le aree della Siria, in particolare nella Siria nordoccidentale che sta soffrendo a causa della grave sovrappopolazione, con centinaia di migliaia di persone forzatamente sfollate a causa delle violazioni del regime siriano che soffrivano terribilmente già prima del recente terremoto.
Il rapporto aggiunge che la nobile missione dell’assistenza umanitaria non dovrebbe essere pervertita e svilita per essere poi trasformarmata in uno strumento di finanziamento e sostegno per un regime coinvolto nel perpetrare molteplici crimini contro l’umanità contro il suo stesso popolo che continuano ancora oggi.
Il rapporto invita le Nazioni Unite e gli Stati donatori a istituire una piattaforma di supporto internazionale per gestire il processo di coordinamento dell’assistenza umanitaria nella Siria nordoccidentale. Tale organismo fornirebbe un’opzione alternativa autonoma, oltre alle Nazioni Unite, con un ramo di questo organismo dedicato ai negoziati con il regime siriano come un’unica entità e supervisionerebbe la consegna e la distribuzione degli aiuti nelle aree del regime. Il rapporto raccomanda inoltre di aumentare la qualità e la quantità dell’assistenza umanitaria, in particolare nei rifugi, dove molte organizzazioni di soccorso siriane hanno dimostrato la loro integrità e autonomia, con particolare attenzione alle esigenze di donne e bambini.