Articolo del NY Times 14 febbraio 2020
A cura di Giovanna De Luca
800.000 siriani sono fuggiti in tre mesi. Le immagini.
È un angoscioso, pericoloso viaggio su camion stracarichi e un tempo gelido.
Centinaia di migliaia di persone-soprattutto donne e bambini-stanno cercando di scappare dagli implacabili bombardamenti nel nord-ovest della Siria.
Alcune famiglie sono state divise. C’è chi va avanti in macchina. Altri proseguono a piedi.
È una migrazione simile per dimensioni a quella della crisi dei Rohingya nel 2017.
Ma qui a Idlib, dove le forze proregime stanno lottando per riconquistare l’ultimo territorio in mano ao ribelli, molte persone stanno fuggendo per la terza o la quarta volta.
Durante nove anni di guerra civile, milioni di siriani hanno rifugio in altri paesi o nella provincia di Idlib. Ultima risorsa in quanto a rifugi.
Ma ora non è rimasto nessun posto dove andare.
La Turchia ha chiuso le sue frontiere. E dato che le forze governative avanzano nella provincia di Idlib, i civili sono schiacciati in uno spazio ristretto tra la frontiera e la guerra.
Abu Muhammad, padre di quattro figli ed ex soldato del regime, è scappato con la famiglia lo scorso anno.
Ha preso solo quello che poteva mettere su un piccolo motociclo- alcune coperte e il libro di testo di inglese di sua figlia di 18 anni.
“Siamo partiti con nulla” ha detto
La sua famiglia è stata sradicata varie volte durante la guerra, spostandosi sempre più verso il nord.
Ora, dato che i combattimenti si fanno più vicini, si sta preparando per scappare di nuovo.
Fanno parte di un esodo cominciato lo scorso anno, dopo che le forze siriane e russe hanno lanciato una nuova offensiva sull’area in mano ai ribelli.
Hanno colpito ospedali, scuole e panetterie. In molti luoghi, le persone non hanno accesso ad assistenza sanitaria alcuna.
Almeno 1.700 persone sono state uccise dall’inizio dell’offensiva la scorsa primavera.
Il governo siriano ed i suoi alleati hanno anche colpito persone che stavano scappando.
La scorsa settimana hanno colpito un furgone uccidendo nove civili, incluse sette donne e bambini.
Alcune persone hanno dato fuoco alle loro case prima di andare via, per non farle finire nelle mani del governo.
“Brucia tutto. Non voglio vedere le forze del governo entrare.” Ha detto Abdul Rahman Abdo mentre bruciava la sua casa.
Lo scopo dei bombardamenti, è sembrato, quello di cacciare via le persone.
Ha funzionato.
Se Idlib cadesse, il presidente Bashar al-Assad sarebbe vicino alla riconquista dell’ultima parte di territorio in mano ai ribelli, del quale perse il controllo nel 2012.
Molte delle persone che sono scappate sono finite in condizioni come queste: accampate in fragili tende che si inondano ripetutamente.
Alcune persone hanno vissuto per mesi in queste condizioni.
Fa anche un freddo pungente. Questa tenda ha preso fuoco dopo che una famiglia aveva acceso un fuoco per riscaldarsi, hanno perso la vita due sorelle. Almeno 12 persone sono morte per questo motivo.
Abu Mohammad ha detto che sta usando le coperte che ha portato per cercare di bloccare il vento proveniente dalla stanza non ancora terminata dove sta vivendo.
L’immagine satellitare mostra la gran espansione di campi e alloggi temporanei durante l’ultimo anno.
E se i combattimento continuano, centinaia di migliaia scapperanno ancora ed avranno bisogno di un rifugio.
Vicino al confine turco, si stanno costruendo case di mattoni per offrire rifugio ad una piccola parte di rifigiati. Ma non è abbastanza.
L’Europa, la Turchia, il Libano- tutti vogliono che la crisi dei rifugiati finisca, e che i siriani tornino in Siria.
Ma il paese è cosi distrutto, la sua economia cosi rovinata, che le persone potrebbero vivere da rifugiati per anni.
Potranno mai i siriani tornare a casa?