Lettera a Samira (13)

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Lettera 13 a Samira

Di Yassin Al Haj Saleh

Traduzione Nurah EL Assouad

Revisione Sami Haddad

Testo Originale

AlJumhuria

 

Questa è la tredicesima delle lettere scritte da Yassin Al HajSaleh alla moglie Samira Khalil, rapita a Douma la sera del 09/12/2013, cercando di spiegarle cosa accade.

 

 

Sammour, prima d’oggi ti ho sempre scritto di cose infelici, di cose che non sarebbero dovute accadere, di un mondo cha va sempre peggio da quando sei scomparsa.

Questa volta voglio parlarti di ciò che considero una fonte di vita e di speranza anche in un mondo come questo: l’amicizia, la tanta solidarietà, il supporto, l’unione di tante e tanti intorno a noi da tutte le parti del mondo. Dato che non posso nominarli tutti, e devo citarne alcuni ti posso fare qualche esempio, e tramite te mi rivolgo a tutte le amiche e gli amici in tutto il mondo, e non do per scontato che io possa ricambiare la loro generosità e amore, e se non le ringrazio (la maggior parte sono donne) ogni volta tramite Facebook non è perché merito da amico o da marito di Samira tutto quello che fanno. So che loro spendono tempo,fatica ed energia per noi, e credo che tramite noi e la nostra storia loro conoscano al giorno d’oggi la storia della Siria, il conflitto più isolato, il più radicale ed il più disperato, ma che continua per questo a generare speranza.

In realtà Sammour , non è facile per me scrivere queste parole, molto più difficile di quando scrivo come critico o analista ,ho ereditato la difficoltà nell’esprimere le mie emozioni e questo non te lo devo spiegare perché tu lo sai meglio di tutti coloro che mi conoscono, e forse è proprio per questo che sono diventato uno scrittore: per fuggire da ciò che non so esprimere per poi proporlo in maniera diversa, ma voglio comunque parlare dell’amore verso le persone che hanno amato Samira l’assente, e di come sono state vicino al suo compagno e a loro chiedo perdono per aver citato solo alcuni di loro.

Con la pubblicazione di ogni lettera Naomi Ramirez da Madrid si affretta a tradurre, a volte anche solo dopo poche ore dalla pubblicazione in lingua araba, Naomi è pure colei che ha tradotto in pochi mesi “Il diario dell’assedio di Douma, 2013” per Naomi la storia di Samira è diventata una causa personale” e lei traduce le lettere “ perché raccontano la storia di un’ attivista molto importante della rivoluzione siriana” da lei sono venuto a conoscenza di un uomo spagnolo che ha letto il tuo libro con la figlia Laura e che se avesse avuto una seconda figlia l’avrebbe chiamata Samira, Naomi ha sostenuto la causa siriana sin dai primi giorni traducendo, scrivendo e comunicando, e continua a farlo oggi nonostante i cambiamenti e le deviazioni che ha subito e dovuto affrontare.

Come Naomi ha fatto anche Souad Labbiz, poetessa francese di origini algerine traducendo le lettere al francese. Soad ha deciso di tradurre le tue lettere perché a lei “sei cara” e perché la tua storia riflette la storia siriana. Per Soad noi siamo un’unica famiglia, ci unisce la causa della liberazione, non il sangue o il credo, una parentela di rivoluzione insomma. Attualmente in Algeria sono in corso manifestazioni di protesta contro “la quinta candidatura di Butafliqua che fatica a parlare e a stare in piedi, in Algeria lo chiamano (il quinto mandato) ed è che Souad ha lasciato il suo cuore.

Non conosci nulla di Souad e di Naomi, cara Sammour, anche io le ho conosciute durante la tua assenza. Non ho ancora avuto però modo di conoscere Nurah El Assouad, l’italo siriana che pur vivendo in Italia da qualche anno ha lasciato il suo cuore in Siria, tramite le lettere Noura conserva il suo legame con la Siria, al punto che gli amici l’avvisano della pubblicazione di ogni lettera per avviare la traduzione, prima di Noura e insieme a lei hanno tradotto alcune delle tue lettere Sami Haddad, Milena Annunziata, Marianna Barberio, Giovanna De Luca e Roberta Passini.Conosco Sami dai tempi dell’università, prima della detenzione, ma non ci incontriamo da più di 39 anni.Giovanna ha tradotto il tuo diario alla lingua italiana che verrà pubblicato prossimamente con l’aiuto di Francesca Scalinci che ha scritto su di te e sulla Siria una bellissima poesia due mesi fa. Ho conosciuto queste due donne italiane recentemente ed eri tu la causa della nostra conoscenza, penso che molte donne si ritrovino in te e con te vogliono alzare quella bandiera caduta sul campo di battaglia, come dice Souad Labbiz.

Le lettere sono state tradotte invece in lingua inglese da Marhaf Fares, un ragazzo siriano che sta preparando attualmente la sua tesi di dottorato ad Oslo. Marhaf ha voluto far che la maggior parte della gente conoscesse te e la nostra storia eccezionale che unisce il personale con il pubblico, con le sue traduzioni Marhaf ha voluto esprime la sua solidarietà con te, “l’assente”. La nostra storia è fonte di speranza per i nostri amici come loro lo sono per noi, siamo una comunità di speranza Sammour.

Le tue parole nel diario dell’assedio sono state tradotte e pubblicate in spagnolo grazie a Naomi, e si spera che potranno essere lette presto in Inglese appena troveremmo una casa editrice interessata, le ha tradotte Sara Henedy, una giovane siriana che vive negli Stati Uniti. Non ho ancora incontrato Sara, ma spero di farlo presto con te.

In ogni parte del mondo abbiamo compagni e compagne che non smettono mai di esserti vicino. È stato molto emozionante ricevere qualche giorno fa la lettera di una amica britannica che mi ha detto di aver acceso un cero per te e per me nella cattedrale di Exeter e di aver chiesto di pregare per noi e in ogni angolo del mondo si accenderàuna luce per te Sammour. Chiamo questa signora “Santa” perché so che è profondamente credente, ma lei insiste a volere essere chiamata “amica”, si chiama Sian e vorrebbe che la nostra storia venga diffusa in modo che nessuno possa dire che non sapeva, lei dice che chi ha conosciuto la nostra storia nella regione di campagna dove vive con il marito biologo che studia il comportamento degli animali non addomesticati durante la notte e l’influenza della luce elettrica nelle loro vite, la fermano per chiedere di noi e per avere nostre notizie.

Ho citato solo qualcuno tra coloro che non conosci personalmente, e che neanche io conosco o che ho conosciuto solo dopo la tua assenza. Ma sono in tante e tanti che hai conosciuto e alcuni che non conosci, provenienti dalla Siria e da altri paesi come l’Egitto, ilLibano, lo Yemen e la Turchia. Davvero da tutte le parti del mondo, ma prima di tutti e più di tutti ci sono le siriane ed i siriani, e anche se le ferite a volte portano all’isolamento e nonostante gli otto anni di ferite estremamente duri, c’è ancora tanta umanità in Siria, tanto coraggio e tanta dignità. Ma purtroppo non è solo questo lo scenario, ma le donne siriane e gli uomini siriani, quelli depostati o all’interno del paese e fuori, hanno dimostrato che le probabilità di successo per Assad nel creare dei siriani pronti a sbranarsi tra di loro sono veramente limitate, e che esiste ancora una Siria diversa, libera, solidale e dignitosa, che vive attraverso un numero infinito di suoi figlie e figli. Loro sono la rivoluzione siriana e la maggior parte di loro appartiene alla nuova generazione

Grazie a queste amiche e questi amici è stato possibile a tanti di conoscerti, di conoscere Samira la siriana, e conoscere la Siria tramite te.

Vorrei che tutti su questo pianeta parlino di te, so che non è una cosa facile, ma grazie a questi amici la nostra voce è arrivata lontano.

Noi siamo un mondo intero Sammour, non un piccolo quartiere, o un clan o una setta chiusa . Noi siamo un mondo di speranza che ti ama e a cui tu manchi, noi siamo il mondo di Samira.

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