Circa 3 milioni di alloggi sono stati completamente o quasi distrutti in Siria, il 90% è stato distrutto dalle forze del regime siriano e dalla Russia
Secondo un rapporto del Syrian Network for Human Rights(SNHR)pubblicato negli ultimo giorni, circa 3 milioni di alloggi sono stati completamente o quasi distrutti. Il 90% è stato distrutto dalle forze del regime siriano e dalla Russia.
Intitolato: “Le immagini satellitari dimostrano che gli attacchi russi hanno sterminato intere città nella Ghouta Orientale”, la relazione rivela che l’offensiva sulla Ghouta Orientale iniziata lo scorso febbraio è stata la più brutale tra tutti gli attacchi che sono stati effettuati dalle forze dell’alleanza sirio-russo-iraniana da quando, nel marzo del 2011, è scoppiata in Siria la rivolta popolare per la libertà.
Il rapporto fa notare che il regime siriano e la Russia hanno deliberatamente fatto in modo di bombardare e distruggere il maggior numero possibile di residenze, soprattutto strutture vitali. La maggior parte di questi attacchi aerei, aggiunge il rapporto, erano privi di qualsiasi giustificazione militare secondo la legge di guerra, poiché questa vasta distruzione era una tattica deliberata, il cui scopo era quello di inviare un messaggio agli abitanti delle aree che stavano pensando di provare a liberarsi dal controllo del regime siriano il quale voleva comunicargli(attraverso i suddetti attacchi, ndt)che, in tal caso avrebbero avuto un destino fatto solo di distruzione e ancora distruzione, e che nessuno li avrebbe protetti, ne l’ONU ne il Consiglio di sicurezza.
Il rapporto sottolinea che circa 3 milioni di alloggi sono stati completamente, o quasi, distrutti in Siria; aggiunge che milioni di siriani hanno perso le loro case. Perdere “una casa” per molti siriani significa che un quarto di secolo di duro lavoro, solo per acquisire una casa, è appena andato sprecato. Secondo il rapporto, quella distruzione è stata usata dal regime siriano in modo diffuso come uno strumento contro tutti coloro che si sono ribellati contro di esso; il regime siriano mirava, attraverso questa distruzione, a porre fine e frantumare tutte le forme di dissidenza e demolire l’intera società. Il regime siriano e i suoi alleati hanno sempre avuto il sopravvento da un punto di vista militare, in particolare per il fatto di possedere una forza aerea, che li ha resi più adatti e più capaci di progettare le operazioni di distruzione.
Fadel Abdul Ghany, presidente di SNHR, aggiunge:
“Le immagini satellitari delle quali siamo in possesso, così come i metodi che sono stati adottati dal regime siriano dall’inizio dei bombardamenti, dimostrano che la distruzione è lo scopo essenziale e primario all’interno della strategia del regime esistente. Dal 2012, abbiamo notato una strategia volta ad “uccidere le città” e in particolare le aree che si sono ribellate al regime siriano al fine di spostare la loro gente prima di saccheggiare quelle aree e di prenderle completamente. Questa strategia barbara comporta anche un’incredibile quantità di violazioni che costituiscono crimini contro l’umanità e crimini di guerra “.
Il rapporto riguarda le città della Ghouta Orientale e la barbara e selvaggia distruzione che hanno sofferto in questa zona per mano della Russia, in primis, del regime siriano e dell’Iran. Viene fatto un confronto tra la distruzione di queste aree subita tra l’inizio dell’assedio nell’ottobre 2013 e nel marzo 2018, includendo le immagini satellitari. Il rapporto contiene anche un’analisi di base dell’avanzata militare e la strategia attuata per conquistare i villaggi e le città della Ghouta Orientale.
Il rapporto sottolinea che il regime siriano e la Russia hanno usato vari tipi di armi per bombardare le città siriane, tra questi: artiglieria, carri armati, elicotteri, aerei da guerra ad ala fissa, missili scud, bombe termobariche e munizioni a grappolo, tra gli altri. Inoltre rileva che il conteggio complessivo dei barili bomba sganciati dal regime siriano sulle terre siriane è stato almeno di 70.000 barili bomba, il che equivale almeno a sette bombe atomiche.
Secondo la relazione le forze dell’alleanza russo-siriana hanno usato un certo numero di tipi di armi che sono proibite a livello internazionale o il cui uso è proibito nelle aree popolate. Il rapporto delinea i tipi più importanti di munizioni che sono stati usati tra il 18 febbraio 2018 e il 12 aprile 2018: 3.968 razzi superficie-superficie, circa 1674 bombe a botte, 5.281 colpi di mortaio e artiglieria, 60 missili carichi di munizioni incendiarie e 45 missili carichi di munizioni a grappolo.
Inoltre, viene analizzata la strategia adottata dalle forze dell’alleanza russo-siriana nella battaglia della Ghouta Orientale e delineate le forze di terra più importanti che sono state coinvolte nell’incursione e nel saccheggio, evidenziando i più importanti modelli di violazioni perpetrate dall’alleanza russo-siriana nella zona dall’inizio dell’offensiva fino alla sua conclusione – 18 febbraio 2018, fino al 12 aprile 2018.
Secondo il rapporto, le forze dell’alleanza russo-siriana hanno ucciso 1.843 civili, tra cui 317 bambini e 280 donne (donne adulte), 15 medici e 12 membri del personale della protezione civile nel periodo di tempo coperto dal rapporto. Secondo l’indagine non meno di 68 massacri sono stati perpetrati dalle stesse forze, oltre a 61 attacchi a strutture civili vitali.
L’indagine sottolinea che le forze dell’alleanza sirio -russo-iraniana hanno, al di là di ogni dubbio, violato la Risoluzione 2401 del Consiglio di Sicurezza secondo la quale le ostilità devono essere cessate, così come le precedenti Risoluzioni 2139 e 2254 che stabiliscono che gli attacchi indiscriminati devono finire. Inoltre, queste forze hanno violato, attraverso il reato di omicidio volontario, l’articolo 7 e 8 dello Statuto di Roma, commettendo crimini di guerra. Il rapporto aggiunge che hanno usato armi indiscriminate e altamente distruttive; armi proibite come munizioni a grappolo e armi chimiche.
Il rapporto attesta che i bombardamenti hanno provocato danni collaterali che hanno prodotto vittime, feriti o danni significativi a oggetti civili. Ci sono forti indicatori che suggeriscono che il danno è stato eccessivo rispetto al beneficio militare previsto.
Nell’indagine viene chiesto al Consiglio di Sicurezza di adottare una risoluzione vincolante che prevenga e punisca il reato di deportazione forzata e metta fine a tali operazioni , ed afferma esplicitamente che gli sfollati hanno il diritto a un ritorno sicuro alle loro case, e che i danni che hanno dovuto subire devono essere compensati. Inoltre, il rapporto chiede al Consiglio di Sicurezza di obbligare il regime siriano a cessare le operazioni di insediamento e di sostituzione demografica nelle città e nei quartieri i cui residenti sono stati sfollati.
La relazione sottolinea che quanto accaduto in Siria dovrebbe essere riferito alla Corte penale internazionale e tutti coloro che sono stati implicati dovrebbero essere ritenuti responsabili. Inoltre, la pace e la sicurezza dovrebbero essere instillate e la “Norma sulla responsabilità di protezione(R2P)” dovrebbe essere implementata per salvare la vita, il patrimonio e le arti del popolo siriano dall’essere distrutti, saccheggiati e rovinati. Inoltre, le sanzioni dovrebbero essere estese al fine di includere i regimi siriano, russo e iraniano che sono stati direttamente coinvolti nel aver commesso crimini contro l’umanità e crimini di guerra contro il popolo siriano.
La relazione invita l’OHCHR a contribuire alla creazione di dati centrali per le residenze e le proprietà in Siria al fine di ottenere un risarcimento e attuare programmi di rimpatrio volontari conformi ai “Principi su alloggi e restituzione di beni immobili per rifugiati e sfollati” noti come Principi di Pinheiro.
Il rapporto sottolinea che il regime russo dovrebbe immediatamente cessare di bombardare e uccidere civili e prendere di mira le loro strutture vitali e le loro case. Inoltre, il regime russo dovrebbe smettere di proteggere il regime siriano al Consiglio di Sicurezza e usare il proprio veto per impedire l’approvazione di qualsiasi risoluzione internazionale che punisca il regime siriano, mentre si cerca di ricostruire, in particolare le strutture mediche e le scuole che sono state distrutte dalle forze russe.
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