
Mito: Le armi date all’FSA cadranno in mani sbagliate
Scritto da Michael Karadjis, Tradotto da Milena Annunziata
Abbiamo sentito innumerevoli volte i politici occidentali dichiarare che non possono permettere che le armi arrivino al Free Syrian Army perché “queste potrebbero cadere nelle mani degli estremisti.”
La verità è che quasi nessuna delle armi è “nelle mani giuste” (cioè quelle dell’FSA), al contrario, una grade quantità di armi ad alto potenziale letale è nelle mani sbagliate (il regime di Assad, ISIS, e in misura minore, al-Nusra). Perciò, bloccare o limitare l’armamento dell’FSA per timore che le armi possano finire in mano ai nemici pone il gruppo in una posizione di netto svantaggio, poiché sono meno armati, e quindi mal equipaggiati per combattere il regime e i gruppi terroristi che costituiscono la vera minaccia per la sicurezza in Siria.
Ironicamente, la peggior perdita di armi in favore dell’Isis non viene dall’FSA ma piuttosto dall’esercito iracheno appoggiato dagli USA. Amnesty International ha rilasciato nel 2015 un rapporto sulla perdita di armi in favore dell’ISIS che conclude affermando che “la grande quantità di armi e munizioni attualmente in possesso dell’ISIS è stata rubata o è filtrata dai depositi dell’esercito iracheno”[1].
Quando l’ISIS ha preso Mosul a metà del 2014, l’esercito iracheno è stato costretto alla ritirata. In quel momento, l’ISIS è entrato in possesso di più di 2.300 carri corazzati[2] Humvees[3], forniti dagli USA e di una varietà di arami leggere e di piccolo calibro e munizioni, abbastanza per rifornire tre divisioni in un esercito regolare (10.000/20.000 soldati per divisione). Una quantità simile di equipaggiamenti è stata presa da Tikrit e da diverse altre città irachene e depositi militari nel maggio 2015, quando l’esercito iracheno ha abbandonato “una mezza dozzina di carri armati, altri pezzi di artiglieria, un gran numero di veicoli blindati e un centinaio di veicoli a ruote come gli Humvees”[4]. Tutto questo equipaggiamento ad alto potenziale letale ha cambiato il corso della guerra – all’inizio del 2014 l’FSA aveva cacciato l’ISIS dalla parte ovest della Siria e stava liberando la parte est (ad esempio, Deir Ezzor). Dopo essere entrati in possesso di questi nuovi equipaggiamenti, l’ISIS ha ripreso Deir Ezzor ed è avanzato fino alla zona rurale ad est di Aleppo. Anche se estremamente danneggiato dal conflitto, l’FSA non è stato responsabile di nessuna di queste perdite di armi. Quindi, bloccare la distribuzione a questo gruppo per il pericolo della sua perdita all’ISIS è un argomento senza senso.
Infatti, la maggior parte delle armi fornite dagli usa all’FSA non è caduta in mani nemiche[5], e solo una parte relativamente piccola è finita a Jabhat al-Nusra (ora Jabhat Fatah al-Sham) e nessuna all’ISIS.
Durante tutto il conflitto, gli USA hanno continuamente fornito aiuti umanitari (364 milioni di dollari nel 2016 per coloro che erano stati danneggiati dal conflitto[6]) ma si sono fermamente rifiutati di prendere una chiara posizione politica, in particolare riguardo la fornitura di armi ai gruppi ribelli. I rifornimenti militari all’FSA sono stati particolarmente limitati se paragonati alla capacità militare dei suoi avversari. Testimonianze dei ribelli che parlano di solo 16 pallottole al mese[7], per esempio, sono indicative della limitatezza di questo “supporto”. Inoltre, dopo la sua elezione, il presidente Trump ha annunciato pubblicamente di voler ridurre il supporto militare ai ribelli siriani, poiché “non abbiamo idea di chi siano queste persone”.[8]
L’inadeguatezza e la scarsità degli armamenti dell’FSA ha avuto diverse conseguenze. Innanzitutto, se i gruppi terroristi sono meglio armati – grazie alle loro vie di rifornimento attraverso il confine iracheno, e/o la sponsorizzazione di privati cittadini del Golfo – allora sono in una posizione favorevole per sconfiggere l’FSA e impadronirsi delle loro pur limitate risorse militari.
La seconda conseguenza dell’inadeguato rifornimento è che ciò rende più difficile per il gruppo di attrarre reclute, poiché non sembrano in grado di sconfiggere il regime. Dato che sia l’FSA sia al-Nusra combattono il regime, molti civili sono più propensi a far parte di al-Nusra, grazie alla loro ricchezza di risorse. Questo è particolarmente vero se consideriamo la natura fluida dei gruppi di appartenenza in Siria. Oltre ai terroristi e agli accaniti democratici, la maggior parte dei combattenti si trova “a metà strada” tra le due posizioni e decide di collaborare con il gruppo meglio equipaggiato, più ricco e organizzato. Il tenente colonnello Mohammed al-Abboud, che controlla il fronte est per conto del Consiglio Militare Supremo (l’organo più alto nella leadership dell’FSA) ha dichiarato l’intenzione di pagare i combattenti, seppur con un salario minimo di 50 dollari, ma, senza il supporto occidentale, questo è impossibile[9]. In conclusione, la scarsità di armi dell’FSA, combinata con le poche risorse economiche, favorisce il reclutamento di gruppi estremisti come al-Nusra. Rifiutandosi di aiutare l’opposizione moderata, l’Occidente sta aiutando i gruppi estremisti che invece dice di combattere.
MISSILI TOW
La armi più avanzate fornite all’FSA sono i missili anti-carro TOW di fabbricazione USA, forniti dai depositi dell’Arabia Saudita[10], che iniziò nel 2014, continuando poi nel 2015 a dare circa 500 missili anti-carro TOW[11]. Questo fu di grande aiuto ai ribelli che combattevano Assad, ma poco rispetto alla quantità di bombardamenti sui civili da parte della Russia e del regime.
Gli USA hanno adottato un approccio ancor meno interventista, fornendo un numero molto limitato di missili TOW ai gruppi ribelli controllati, al fine di controllarli meglio e co-optarli. Il fine della cooptazione divenne chiaro dopo la dichiarazione di Harakat Hazm, membro della coalizione nord dell’FSA, uno dei primi gruppi a ricevere queste armi nel 2014:
“Nel settembre 2014 gli USA hanno iniziato a fare pressione perché smettessimo di combattere Assad e ci dedicassimo all’ISIS. Non c’erano problemi nel combattere l’ISIS ma non potevamo smettere di combattere Assad. Da quel momento, le nostre relazioni con gli USA sono peggiorate finchè non hanno smesso di appoggiarci. Quando Jabhat al-Nusra ha iniziato ad attaccarci, avevamo già perso tutto il sostegno straniero, solo perché avevamo osato disobbedire agli americani.”[12]
Simili richieste vennero fatte anche al Fronte del Sud, che aveva ricevuto un certo numero di missili TOW. Dopo una serie di vittorie nei primi mesi del 2015, gli USA hanno imposto una serie di “linee rosse” al Fronte del Sud[13], come il divieto di muoversi verso l’area centrale di Daraa e qualsiasi tentativo di raggiungere i sobborghi ribelli di Damasco, per non interrompere il rifornimento di missili TOW. Nel gennaio del 2016, membri dell’intelligence USA hanno chiesto al Fronte del Sud di smettere di attaccare il regime per concentrare le forze contro i gruppi terroristi di al-Nusra e ISIS[14]. Se avessero accettato, nuove armi sarebbero arrivate, al contrario, il rifornimento di armi si sarebbe interrotto.
Anche nel periodo in cui gli USA e l’Arabia Saudita hanno rifornito i missili TOW, lo hanno fatto imponendo severe condizioni all’FSA per limitare la possibilità che questi missili finissero nelle “mani sbagliate”. Per esempio, il rifornimento è possibile solo se un video prova come sono utilizzati[15], insieme all’invio dei pezzi rimasti sul terreno. La ragione presunta è evitare che i ribelli possano depositarli, limitando così la possibilità che al-Nusra se ne impadronisca. Queste pretese sono molto difficili da soddisfare, e d’altronde l’obiettivo dell’FSA dovrebbe essere sconfiggere il nemico, non raccogliere prove su come ci riescano.
A partire da Ottobre 2015, circa 550 missili TOW sarebbero stati spediti all’FSA in un periodo di 18 mesi, secondo Chales Lister, un esperto in materia al Brookings Doha Center[16]. Sebbene questo possa sembrare un dato importante, le condizioni imposte hanno altamente limitato la capacità di usare in maniera efficiente queste armi, e anche quando il loro uso ha effettivamente fatto la differenza sul terreno di battaglia, si è trattato più che altro di un contentino per i ribelli che venivano continuamente pressati perché smettessero di combattere il regime. In più, questa quantità limitata di missili TOW è nulla in confronto alle armi ad alta tecnologia (carri armati T-90 e sistemi anti missili) di cui Assad viene costantemente rifornito dalla Russia[17].
Ciò nondimeno, il numero di TOW che l’FSA ha ricevuto e utilizzato correttamente è nulla rispetto al numero di missili caduti in mani sbagliate. Secondo Lister, solo quattro missili sono stati presi da al-Nusra da Ottobre 2015[18]. Se consideriamo circa 300 come numero di missili arrivati all’FSA, ciò rappresenta il 99% di successo.
MISSILI ANTIAEREO
L’ultimo punto è dato dal fatto che gli USA si sono fermamente opposti alla possibilità che i ribelli potessero ricevere armi antiaeree.[19] Dato che Assad ha usato l’aeronautica fin dal 2012, questo rappresenta un punto problematico.
In teoria, questo embargo serve ad evitare che i terroristi abbiano armi antiaeree. Ma questo genere di armi già esiste sul mercato nero. Secondo il rapporto Amnesty del 2015, armi antiaeree sono sparpagliate in tutto l’Iraq post-invasione americana, e quindi l’ISIS ha avuto molte occasioni di impadronirsene[20]. Non dimentichiamo che ISIS ne ha preso alcune dallo stesso regime siriano.
Al contrario, quando l’FSA ha cercato di acquistare missili portati antiaereo sul mercato nero, “in qualche modo gli americano scoprirono e hanno fatto che la vendita fosse bloccata”[21]. Nel frattempo, l’anno scorso l’ISIS è riuscito ad abbattere un aereo russo[22]. Quindi la politica USA non è riuscita a prevenire che le organizzazioni terroristiche mettessero le mani su queste armi.
[1] Amnesty International, ‘Iraq: Taking stock: The arming of Islamic State’, Amnesty, 7 Dicembre 2015 https://www.amnesty.org/en/documents/mde14/2812/2015/en/.
[2] Alexander Smith, ‘Iraqi PM Haider Al-Abadi Says Forces Lost 2,300 Humvees to ISIS’, NBC news, 1 Giugno 2015. http://www.cnbc.com/2015/06/01/iraqi-pm-haider-al-abadi-says-forces-lost-2300-humvees-to-isis.html
[3] Amnesty International, ‘Iraq: Taking stock: The arming of Islamic State’, Amnesty, 7 Dicembre 2015 https://www.amnesty.org/en/documents/mde14/2812/2015/en/.
[4] Robert Burns, ‘US weapons likely fell into ISIS hands when the Iraqi army fled their posts in Ramadi’, Business Insider, 20 Maggio 2015. http://www.businessinsider.com/us-weapons-likely-fell-into-isis-hands-in-ramadi-2015-5?IR=T
[5] Al Jazeera, ‘The US lost track of $1 billion in weapons, and they might end up in ISIS’ hands’, Business Insider UK, 25 Maggio 2017. http://uk.businessinsider.com/the-us-lost-track-1-billion-arms-iraq-they-could-end-up-isis-hands-2017-5?r=US&IR=T
[6] Yasmeen Serhan, ‘The United States’s $364 Million Humanitarian Aid to Syria’, The Atlantic, 27 Settembre 2016. https://www.theatlantic.com/news/archive/2016/09/united-states-364-million-pledge-syrian-refugees/501890/
[7] Adam Entous, ‘Covert CIA Mission to Arm Syrian Rebels Goes Awry’, The Wall Street Journal, 26 Gennaio 2015. https://www.wsj.com/articles/covert-cia-mission-to-arm-syrian-rebels-goes-awry-1422329582
[8] David E. Sanger, ‘Donald Trump likely to end aid for rebels fighting Syrian government’, New York Times, 11 Novembre 2016. https://www.nytimes.com/2016/11/12/world/middleeast/donald-trump-syria.html
[9] Michael Kelley, A Full Extremist-To-Moderate Spectrum Of The 100,000 Syrian Rebels [GRAPHIC]’, Business Insider Australia, 19 Settembre, 2013. https://www.businessinsider.com.au/graphic-the-most-accurate-breakdown-of-the-syrian-rebels-2013-9#tdOAIxiTxLcLTtIF.99
[10] Mathew Bell, ‘Why are US-made anti-tank missiles showing up in Syria?’, PRI, 17 Aprile 2014. https://www.pri.org/stories/2014-04-17/why-are-us-made-anti-tank-missiles-showing-syria
[11] Jeremy Bender, ‘Saudi Arabia just replenished Syrian rebels with one of the most effective weapons against the Assad regime’, Business Insider UK, 9 Ottobre 2015. http://uk.businessinsider.com/syria-rebels-and-tow-missiles-2015-10
[12]Felix Legrand, ‘Foreign backers and the marginalization of the free Syrian army’, Arab Reform Initiative, Novembre 2016. http://www.arab-reform.net/en/node/1007
[13] Scott Lucas, ‘Syria Daily, August 23: Regime Carries Out Another Mass Killing in Douma’, EA World View, 23 Agosto 2013, http://eaworldview.com/2015/08/syria-daily-regime-carries-out-another-mass-killing-in-douma/#daraa
[14] Albin Szakola and Ullin Hope, Daraa rebels ordered to stop fighting Syria regime: report’, Now Media, 20th Gennaio 2016, https://now.mmedia.me/lb/en/NewsReports/566514-daraa-rebels-ordered-to-stop-fighting-syria-regime-report
[15] Ken Dilanian, ‘US providing anti-tank missiles, but not anti-aircraft weapons as Russia bombs moderate rebels’, US News, 13 Ottobre 2015. https://www.usnews.com/news/politics/articles/2015/10/13/us-draws-a-line-on-protecting-cia-backed-rebels-in-syria
[16] Ibid
[17] Robert Fisk, ‘Syria civil war: State-of-the-art technology gives President Assad’s army the edge’, The Independent, 26 Febbraio 2016. http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/syria-civil-war-state-of-the-art-technology-gives-president-assad-s-army-the-edge-a6898741.html
[18] Ken Dilanian, ‘US providing anti-tank missiles, but not anti-aircraft weapons as Russia bombs moderate rebels’, US News, 13 Ottobre 2015. https://www.usnews.com/news/politics/articles/2015/10/13/us-draws-a-line-on-protecting-cia-backed-rebels-in-syria
[19] Jeff Seldin, ‘Advanced Weapons May Reach Syrian Rebels Despite US Concerns’, VOA News, 26 Ottobre 2015. https://www.voanews.com/a/advanced-weapons-may-reach-syrian-rebels-despite-us-concerns/3023843.html
[20] Amnesty International, ‘Taking stock: The arming of Islamic state’, Amnesty, Dicembre 2015.
[21] Charles Lister, ‘Russia’s intervention in Syria: Protracting an already endless conflict’, The World Post, https://www.voanews.com/a/advanced-weapons-may-reach-syrian-rebels-despite-us-concerns/3023843.html
[22] Alarabiya, ‘ISIS downs jet near Palmyra, 2 Russia pilots killed’, Alarabiya Net, 9 Luglio 2016. http://english.alarabiya.net/en/News/middle-east/2016/07/09/Two-Russian-pilots-killed-in-helicopter-downing-near-Palmyra.html