Bashar Assad è accusato di aver commesso crimini contro l’umanità e non ha il diritto di chiedere asilo

DICHIARAZIONE DEL SYRIAN NETWORK FOR HUMAN RIGHTS, tradotto da Mary Rizzo
Domenica 8 dicembre 2024, il canale russo Channel One ha riferito che il deposto presidente siriano Bashar Assad era arrivato a Mosca con la sua famiglia. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha annunciato che il presidente Vladimir Putin ha deciso di concedere ad Assad e alla sua famiglia asilo in Russia per “motivi umanitari”. Tuttavia, tale decisione sembra basate esclusivamente su considerazioni politiche e non è in linea con gli standard del diritto internazionale.
Bashar Assad ha commesso crimini contro l’umanità e crimini di guerra contro la gente della Siria. Come mostra la banca dati della Syrian Network for Human Rights, (Rete siriana per i diritti umani – SNHR), l’ex presidente è accusato di aver ucciso almeno 202.000 civili siriani, di cui 15.000 morti sotto tortura, di aver fatto sparire con la forza altre 96.000 persone e di aver sfollato altri 13 milioni di cittadini, oltre a numerose altre atroci violazioni, tra cui l’uso di armi chimiche.
Il diritto internazionale non concede agli autori di crimini l’ammissibilità alla domanda di asilo
Ai sensi del diritto internazionale, le persone accusate di aver commesso crimini contro l’umanità o crimini di guerra non hanno diritto all’asilo umanitario. L’articolo 1, sezione F, della Convenzione del 1951 sui rifugiati proibisce l’individuo dalla protezione dei rifugiati se sussistono “seri motivi per ritenere che:
• (a) ha commesso crimini contro la pace, crimini di guerra o crimini contro l’umanità come definiti dagli strumenti internazionali elaborati per prendere disposizioni in relazione a tali crimini;
• b) ha commesso un reato grave di diritto comune al di fuori del paese di rifugio prima della sua l’ammissione in tale paese in qualità di rifugiato;
• (c) si è reso colpevole di atti contrari ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.”
Questa disposizione mira a garantire che gli autori di reati gravi e gravissimi non si sottraggano alla giustizia, bilanciando nel contempo la protezione dei rifugiati, il mantenimento dell’integrità dei sistemi di asilo e la giustizia per le vittime.
Sebbene le persone escluse ai sensi dell’articolo 1 F non possano ottenere lo status di rifugiato, esse non devono essere rimpatriate in un paese in cui corrono un rischio reale di tortura o di altre gravi violazioni dei diritti umani.
In tali casi, gli Stati possono fornire forme di protezione temporanee o limitate senza concedere la piena status di rifugiato.
Pertanto, se la Russia decidesse di estradare Bashar Assad in Siria, l’autorità governativa in Siria deve assicurare un processo equo e garantire che non sarà sottoposto a tortura o trattamenti crudeli.
Raccomandazioni
Al Governo russo
• Riconsiderare la decisione di concedere asilo a Bashar Assad, in quanto contraddice gli obblighi internazionali indirizzati fare rispondere gli autori di crimini contro l’umanità.
• Prendere provvedimenti per estradare Bashar Assad sotto la custodia delle nuove autorità siriane per affrontare un processo equo in Siria.
Nazioni Unite e comunità internazionale
• Fare pressione sulla Russia affinché adempia ai suoi obblighi legali e morali e impedisca l’uso improprio dell’asilo come copertura politica per i criminali di guerra.
Al futuro governo siriano
• Impegnarsi a sostenere i principi della giustizia di transizione e garantire un processo equo per Bashar Assad e per tutti gli individui accusati di aver commesso gravi violazioni contro il popolo siriano.
• Separare completamente il potere giudiziario dal ramo esecutivo del governo per garantire la responsabilità di tutte le parti responsabili delle violazioni dei diritti umani.